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Finalmente la mia Bologna ha vinto una coppa vera

Non saremo Milano, non saremo Roma (e chi lo vuole essere?). Ma intanto questa coppa è nostra. E se serve, ce la portiamo anche a letto
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Finalmente la mia città ha vinto qualcosa.
Una cosa vera, ufficiale, con tanto di coppa, cori, pullman e selfie con gente che fino a ieri non sapevano neanche chi fosse titolare.
Finalmente Bologna conta qualcosa in Italia che non sia solo: “la mortadella”, o “quella con i portici dove non si perde neanche un bambino”, o “quella dove ogni tanto governano i poeti”.
No, stavolta conta per un motivo tangibile, visibile, impugnabile: una coppa, vera. Di metallo. Non di tortellini.

Una roba che non succedeva da 51 anni.
Cioè l’ultima volta che Bologna ha vinto qualcosa, mio zio era ancora vivo, la tv aveva tre canali e gli orologi non parlavano.
C’era gente che ascoltava Guccini con la radiolina a transistor e si chiedeva se la rivoluzione fosse dietro l’angolo o solo in ritardo per colpa dell’ATC.
Oggi invece la rivoluzione è una reaction su Instagram. Ma va bene, abbiamo vinto lo stesso. Contro ogni algoritmo.

“Si muove la città” cantava Dalla.
E la città si è mossa davvero.
30.000 bolognesi sono andati a Roma.
Chi in pullman, chi in treno, chi in macchina ai trenta all’ora, chi in cargo bike, chi a piedi per principio.

Chi è rimasto ha fatto festa in piazza.
Anche i semafori lampeggiavano a ritmo.
Nessuno si è fatto male coi binari, i vecchi hanno tirato fuori le radioline a pile e i cinni hanno finalmente chiesto: “Ma cos’è questa emozione che mi fa urlare senza motivo?”

E allora vai, Bologna.
Non saremo Milano, non saremo Roma (e chi lo vuole essere?).
Ma intanto questa coppa è nostra.
E se serve, ce la portiamo anche a letto.
La mettiamo sul comodino. Le parliamo piano. Le raccontiamo com’erano le cose prima.
Quando vincevano solo gli altri e noi si stava qui, a dar da mangiare ai piccioni dicendo “Bologna è una città a misura d’uomo. Ma sì, dai, ci basta vivere bene.”

E invece no.
A volte ci basta vincere. Anche solo una volta ogni mezzo secolo.

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