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Missione quasi compiuta per Trump in Arabia Saudita. Riyad alza gli investimenti negli Usa a mille miliardi

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È andata come sperato, forse. Dal suo viaggio in Arabia Saudita, più d’affari che diplomatico, Donald Trump porta a casa 400 miliardi in più. Almeno a parole. Il principe ereditario saudita Mohammed bin Salman ha dichiarato che il regno si impegnerà nei prossimi mesi ad aumentare gli investimenti negli Stati Uniti fino a mille miliardi. Poco prima, la Casa Bianca aveva annunciato un impegno per 600 miliardi in 4 anni, ossia quanto già concordato mesi fa. “Con questo viaggio, stiamo aggiungendo oltre mille miliardi di dollari in più in termini di investimenti nel nostro Paese e di acquisto dei nostri prodotti”, ha successivamente detto Trump, intervenendo al forum d’investimenti a Riyad.

Alcuni analisti esprimono qualche perplessità sulle reali intenzioni di Riyad. La priorità del regno è quella di convertire l’economia del paese, sganciandola dal legame con il petrolio. Una transizione che potrebbe richiedere fino a 2mila miliardi di dollari da destinare ai titanici progetti già pianificati Il fondo sovrano del paese ha in cassa circa 940 miliardi. L’Arabia, insomma, è in questo momento un paese alla ricerca di capitali, più che uno con la necessità o il desiderio di investirli altrove. Si vedrà.

Tra gli accordi confermati, il più importante riguarda l’acquisto di armi e sistemi militari statunitensi. L’intesa ha un valore di quasi 142 miliardi di dollari e a beneficiare delle commesse saranno una dozzina di aziende statunitensi del settore. L’altro capitolo su cui Washington puntava molto è quello dell’Intelligenza artificiale. L’Arabia Saudita ha appena dato vita ad Humain, nuova società di AI. Il progetto necessità, oltre che di capitali, di chip avanzati (che dovrebbero arrivare da Nvidia), forniture energetiche e strutture logistiche. Saudi Arabian DataVolt investirà 20 miliardi di dollari in data center di intelligenza artificiale e infrastrutture energetiche negli Stati Uniti.<

Insieme Google, DataVolt, Oracle, Salesforce, Amd ed Uber si impegnano a investire 80 miliardi di dollari in tecnologie all’avanguardia in entrambi i paesi. Altri accordi di peso riguardano l’acquisto da parte di Riyad di turbine a gas e strutture energetiche da GE Vernova per un totale di 14,2 miliardi di dollari. C’è poi la commessa a Boeing da 4,8 miliardi di dollari per comprare 30 aerei 737-8. Nel settore sanitario, Shamekh IV Solutions, investirà 5,8 miliardi di dollari negli Usa.

Gettone anche per Elon Musk. Voglio ringraziare l’Arabia Saudita “per aver approvato Starlink” per il trasporto aereo e marittimo, ha detto Musk al Saudi-US Investment Forum. L’imprenditore-politico ha aggiunto di aver mostrato i robot di Tesla a Mohammed bin Salman e Donald Trump. “Uno dei robot ha anche ballato la ‘Trump dance”, il ballo di Trump, ha riferito il miliardario prevedendo che, guardando avanti, “tutti vorranno avere il proprio robot personale” e questo consentirà di “sbloccare un immenso potenziale economico”.

Il presidente si è presentato in Medio Oriente con un lungo seguito di manager di prima grandezza. Ci sono l’amministratore delegato di BlackRock Larry Fink, quello della banca Citigroup Jane Fraser, quello di Blackstone Stephen Schwarzmann, il fondatore di Nvidia Jensen Huang, il numero uno di Ibm Arvind Krishna, l’amministratore delegato di Amazon Andy Jassy, quello di OpenAI. E poi il finanziere Ray Dalio, il numero uno della Boeing Kelly Ortberg e i vertici di Alphabet (Google). C’è pure il presidente di Stellantis John Elkann, il gruppo franco-italiano controlla quella che fu la Chrysler e il marchio Jeep.

Con buona pace del conflitto di interessi, per la famiglia Trump il terreno era già stato preparato dai figli del presidente Eric e Donald jr che, nelle scorse settimane, si sono recati nei paesi del Golfo. Qui hanno discusso della realizzazione di un campo da golf e di un complesso di ville in Qatar, di un hotel di lusso a Dubai e di un possibile investimento da 2 miliardi da parte di Abu Dhabi in World Liberty Financial, la società di criptovalute della famiglia del presidente.

Mercoledì la nutrita delegazione statunitense si sposterà in Qatar e giovedì negli Emirati Arabi, anche qui per trattare dossier prevalentemente economici. Non sono invece previste tappe in Israele, salvo sorprese. Gli emiratini hanno promesso investimenti negli Stati Uniti per 1.400 miliardi di dollari in 10 anni. Gli Emirati hanno da poco creato G42, progetto per lo sviluppo dell’Intelligenza artificiale in cui Microsoft ha investito 1,5 miliardi di dollari. Abu Dhabi ha un fondo di investimento dedicato all’intelligenza artificiale che potrebbe investire denaro negli Usa. OpenAI sta valutando la possibilità di costruire un nuovo data center negli Emirati, il che potrebbe ampliare significativamente la sua presenza in Medio Oriente.

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