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“Il direttore di Fanpage Cancellato spiato con Paragon”: la conferma davanti all’Ue

John Scott-Railton, uno degli esperti del Citizen Lab, ha spiegato che l'attacco è stato effettuato con il programma Graphite, in dotazione solo ai governi: "Lo ha detto Meta"
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Il direttore di Fanpage.it è stato spiato con un software creato dalla società israeliana Paragon. La conferma è arrivata davanti al Parlamento Ue dalla voce di John Scott-Railton, uno degli esperti del Citizen Lab, il laboratorio dell’università di Toronto specializzato nello spionaggio informatico: “L’attacco contro Francesco Cancellato è stato effettuato con lo spyware di Paragon, è confermato, lo ha confermato Meta”. Il telefono del giornalista è stato quindi infettato dal programma Graphite, in dotazione solo ai governi.

Convocato dalla commissione Libe del Parlamento Europeo, Scott-Railton ha ribadito – rispondendo a una domanda del eurodeputato del Pd Sandro Ruotolo – che Cancellato è stato spiato, come confermato da Meta, l’azienda che per prima aveva allertato il direttore di Fanpage.it e altri dell’attività sui propri device. Mercoledì, davanti alla stessa commissione, toccherà proprio a Cancellato parlare. Sono stati convocati anche il ministro dell’Interno Matteo Piantedosi e il ministro della Giustizia Carlo Nordio, ma la loro presenza non è ancora confermata.

Sollecitata da Ruotolo, anche il rappresentante della Commissione Europea è stato chiamato in causa. “L’8 agosto entrerà in vigore la legge europea per la libertà dei media. Che tipo di sanzione può fare la Commissione nei confronti del governo italiano, se è accertato che ha spiato illegalmente dei giornalisti, non per terrorismo o criminalità organizzata, ma preventivamente, per attaccare la libertà di stampa in Europa?”, ha chiesto l’europarlamentare dem.

“Rafforzeremo i nostri sforzi per affrontare questioni come questa, che hanno una dimensione europea”, ha risposto Audrius Perkauskas, rappresentante della Commissione Ue in audizione. “Solitamente indichiamo dove viene violata una norma comunitaria – ha sottolineato Perkauskas – e la soluzione per bloccare la violazione è una causa davanti alla Corte di giustizia. Così possono arrivare sanzioni finanziarie”.

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