India-Pakistan, esplosioni all’aeroporto di Jammu dopo notte di scontri. Abbattuti due jet indiani

Forti esplosioni hanno scosso l’aeroporto della città di Jammu, nel Kashmir amministrato dall’India, mentre prosegue lo scontro militare tra India e Pakistan. Lo ha riferito una fonte della sicurezza. La fonte ha detto all’ agenzia France press che la causa delle esplosioni non è stata immediatamente determinata, poiché entrambi i Paesi si sono accusati a vicenda di aver effettuato attacchi con droni sul loro territorio.
Secondo quanto riporta l’agenzia Reuters un aereo da caccia pakistano prodotto in Cina, ha abbattuto mercoledì almeno due aerei militari indiani. A riferirlo sono due funzionari statunitensi che enfatizzano anche il risultato significativo ottenuto dal caccia avanzato costruito da Pechino. A Washington si sta monitorando attentamente la prestazione dei velivoli militari cinesi contro jet occidentali per capire come Pechino potrebbe agire in un eventuale scontro su Taiwan. Un funzionario statunitense ha affermato che vi è un alto grado di certezza nel ritenere che il Pakistan abbia utilizzato l’aereo cinese J-10 per lanciare missili aria-aria contro i caccia indiani, abbattendone almeno due. Almeno uno degli aerei indiani abbattuti era un caccia Rafale di fabbricazione francese.
Le esplosioni e il duello aereo seguono scontri tra India e Pakistan che si sono ripetuti nella notte. Il governo di Nuova Delhi ha annunciato che 13 civili sono stati uccisi e altri 59 sono rimasti feriti da ieri sul proprio territorio a causa del fuoco dell’artiglieria pakistano. Il ministero degli Esteri ha affermato che tutte le vittime sono state registrate nel villaggio di Poonch, lungo la “linea di controllo“, ovvero il confine di fatto che separa la regione contesa del Kashmir tra i due Paesi. In tarda mattinata il governo indiano ha accusato il Pakistan di aver “tentato di colpire diversi obiettivi militari (…) utilizzando droni e missili“, che “sono stati neutralizzati” dai sistemi di difesa aerea dell’India.
Secondo Islamabad il bilancio sarebbe diverso. Le forze armate pakistane, ha dichiarato il ministro dell’Informazione Attuallah Tarar, hanno ”ucciso 40-50 soldati indiani” lungo la linea di controllo e l’esercito di Islamabad ha “fatto saltare in aria le loro installazioni militari”. Le autorità pakistane hanno riferito anche di aver abbattuto “finora 25 droni di fabbricazione israeliana lanciati dall’India”. Si tratterebbe di droni Harop prodotti da Israel Aerospace Industries, velivoli “suicidi” lunghi 2,5 metri e con un’apertura alare di tre metri, utilizzati secondo diverse fonti da Israele, India e Azerbaigian. Uno di essi è stato colpito vicino a una base aerea navale nella città orientale di Lahore vicino a Waltan, zona residenziale che ospita anche installazioni militari. I media locali hanno riferito che altri due droni sono stati abbattuti in altre città della provincia del Punjab, di cui Lahore è la capitale. Una conferma in merito arriva da Nuova Delhi: “Abbiamo appreso da fonti attendibili che un sistema di difesa aerea a Lahore è stato neutralizzato”, si legge nella nota diffusa dal governo.
La tensione tra i due paesi resta ai livelli più alti mai toccati negli ultimi decenni, dopo l’Operazione Sindoor, l’attacco missilistico condotto nella notte tra martedì e mercoledì dall’India su nove siti in territorio pachistano, definiti da Delhi “campi di terroristi“.
Ieri sera il primo ministro pachistano Shehbaz Sharif si è rivolto alla nazione promettendo che Islamabad “vendicherà” chi è stato ucciso dall’India, ma non ha fornito dettagli, alimentando i timori di un conflitto più ampio tra i due paesi vicini dotati di armi nucleari. I morti accertati sinora su entrambi i lati della frontiera sono 43: Islamabad afferma che 31 civili sono rimasti uccisi dall’attacco indiano e dagli scontri lungo il confine, mentre New Delhi parla di almeno 12 vittime colpite dagli ordigni pachistani.
L’India risponderà “in modo fermo” a qualsiasi operazione militare lanciata dal Pakistan, ha avvertito il ministro degli Esteri indiano Subrahmanyam Jaishankar, secondo il quale finora le forze armate di Nuova Delhi hanno risposto in modo “mirato e ponderato” all’attacco terroristico che si è verificato il 22 aprile nel Kashmir indiano. “La nostra risposta è stata mirata e ponderata. Non è nostra intenzione aggravare la situazione”, ha dichiarato Jaishankar in un discorso a una delegazione iraniana in visita. “Tuttavia, se dovessimo subire attacchi militari, non ci dovrebbero essere dubbi che la risposta sarebbe molto, molto ferma”, ha aggiunto.
Sul tema è intervenuto anche il ministro degli Esteri Antonio Tajani. Dai colloqui avuti con i ministri degli Esteri di India e Pakistan “ho intravisto la disponibilità dei due Paesi ad avviarsi verso un confronto per ridurre la tensione in quell’area”, ha detto il capo della diplomazia italiana durante un punto stampa alla Farnesina. “I primi segnali che ho avuto sono orientati a una voglia di entrambe le parti di ridurre la tensione. Siamo rimasti con la disponibilità totale dell’Italia a continuare a lavorare in questa direzione”, ha aggiunto.