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Fondi Ue per i ricercatori, l’irritazione dell’Italia: “C’è un tema politico. Perché annunciati dalla Sorbona?”

Al ministero dell'Istruzione l'evento è stato comunicato solo venerdì. La polemica sulla scelta di Parigi per comunicare un'iniziativa comunitaria
Fondi Ue per i ricercatori, l’irritazione dell’Italia: “C’è un tema politico. Perché annunciati dalla Sorbona?”
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La presidente della Commissione Ue Ursula von der Leyen annuncia alla Sorbona, a fianco di Emmanuel Macron, il piano europeo per attrarre ricercatori stranieri, accompagnato da un finanziamento da 500 milioni di euro. Ma dall’Italia – che a Parigi era rappresentata dall’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro – il ministero dell’Università esprime forte irritazione. “Mentre gli altri annunciano l’Italia ha già agito”, fa notare la ministra Anna Maria Bernini riferendosi al bando da 50 milioni aperto il 7 aprile scorso per attirare in Italia i cervelli in fuga. A infastidire, al di là del progetto italiano già operativo, c’è – dicono fonti ministeriali – “un tema politico”. L’evento è stato organizzato in pochissimi giorni, il ministero dell’Università ne ha avuto notizia solo venerdì scorso e soprattutto: “È un incontro che promuove l’attrattività dell’Europa o della Francia come recitava inizialmente il titolo dell’iniziativa? – si chiedono al ministero – E se come sarebbe giusto l’obiettivo è l’Europa, perchè è stato organizzato all’Università La Sorbona di Parigi?”.

Alla conferenza internazionale su Scienza e ricerca organizzata a Parigi dal presidente Emmanuel MacronChoose Europe for France poi rinominata Choose Europe Initiative –, D’Alessandro ha precisato che per l’Italia la libertà della ricerca è un principio irrinunciabile e fondamento imprescindibile di ogni avanzamento scientifico e culturale. Sul tema specifico della Conferenza, fanno sapere fonti dell’ambasciata, è stato sottolineato che il nostro Paese è già attivamente impegnato nel favorire non solo il rientro dei talenti italiani attualmente coinvolti in progetti di ricerca all’estero, ma anche nell’aumentare l’attrattività del Paese nei confronti di ricercatori stranieri. Oltre ai generosi incentivi fiscali in vigore da tempo per chi sceglie di tornare o trasferirsi in Italia e l’implementazione di un sistema di infrastrutture di ricerca all’avanguardia, è stato recentemente aperto un bando da 50 milioni di euro, destinato a ricercatori attualmente all’estero che hanno ottenuto uno Starting Grant o un Consolidator Grant dell’European Research Council (Erc). L’avviso prevede, per ciascun progetto, un contributo massimo di un milione di euro e una durata fino a 36 mesi. È riservato ai vincitori degli Erc Starting Grants e Consolidator Grants, programmi finanziati dallo European Research Council e rivolti a ricercatori eccellenti di ogni età e nazionalità interessati a condurre ricerche di frontiera negli Stati membri dell’UE o nei Paesi associati. Come richiesto dalla commissaria europea Ekaterina Zaharieva, l’Italia sta fornendo alla Commissione europea l’insieme delle misure nazionali adottate per attrarre scienziati e ricercatori da ogni parte del mondo, una misura utile per un eventuale coordinamento e armonizzazione delle iniziative a livello europeo. Proprio in quest’ottica, sottolineano le fonti, l’Italia considera il Consiglio competitività e ricerca, in programma il 23 maggio a Bruxelles, l’occasione ideale e il formato istituzionale più appropriato per un confronto efficace tra Stati membri e per definire insieme, e non solo in ottica prevalentemente nazionale, politiche comuni concrete, sostenibili e lungimiranti.

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