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Ungheria, il Parlamento vota per abbandonare la Corte de L’Aia. Salvini: ‘Scelta di libertà’. Tajani: Opinione sua’

Anche la mossa dell'esecutivo Orban diventa un pretesto per far affiorare le divisioni all'interno del governo italiano, col leader leghista contro la Cpi
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Dopo l’accoglienza riservata al primo ministro israeliano, Benjamin Netanyahu, raggiunto da un mandato d’arresto della Corte Penale Internazionale, l’Ungheria formalizza ciò che, di fatto, aveva già messo in atto: il Parlamento di Budapest ha approvato la proposta del governo di Viktor Orban di ritirare il Paese dal Tribunale de L’Aia. Una decisione preannunciata in aprile proprio nel corso della visita del premier di Tel Aviv e che il ministro degli Esteri, Peter Szijjártó, ha motivato definendo la Cpi “un’istituzione politicizzata” che avrebbe perso imparzialità e credibilità. La decisione, che non avrà effetto immediato dato che il recesso diventerà ufficiale solo dopo un anno dalla notifica formale, non libera comunque l’Ungheria dagli obblighi assunti durante la sua adesione allo Statuto di Roma, base legale della Corte.

Dall’Unione europea, che più volte ha redarguito e preso anche provvedimenti concreti nei confronti di Budapest per leggi considerate in contrasto con i valori contenuti nei Trattati, è arrivata un’altra condanna delle politiche della maggioranza ungherese: abbiamo “una posizione piuttosto chiara sulla Cpi. L’Ue sostiene la Corte Penale Internazionale e i principi stabiliti nello Statuto di Roma. L’Ue rispetta l’indipendenza e l’imparzialità della Corte e siamo fermamente impegnati a favore della giustizia penale internazionale e della lotta contro l’impunità – ha detto il portavoce della Commissione europea Anouar El Anouni – In generale, ai sensi dell’articolo 24, paragrafo 3 del trattato sull’Unione europea, l’Ungheria è tenuta a sostenere attivamente e senza riserve la politica di sicurezza esterna dell’Unione, in uno spirito di lealtà e di solida garanzia reciproca, e a conformarsi all’azione dell’Unione in questo settore”.

Il tema coinvolge indirettamente anche il governo italiano che sulla questione si è nuovamente diviso. Matteo Salvini è stato tra i primissimi a complimentarsi con l’alleato Orban per la “scelta di giustizia e libertà, di sovranità e coraggio”, come ha scritto su X. A questo punto, le opposizioni hanno chiesto agli altri partiti di esplicitare la posizione dell’esecutivo italiano. Così a intervenire è stato l’altro vicepremier e ministro degli esteri, Antonio Tajani, che ha liquidato la questione come un’opinione personale del collega di governo: “Quella di Salvini è la sua opinione. La mia è differente ma non è che devo commentare tutto. Io non credo che dovremmo uscire dalla Cpi, l’Italia deve rimanere nella Cpi”.

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