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“In Uk niente asilo ai molestatori sessuali”: così i laburisti rincorrono il trumpiano Farage

Il provvedimento arriva a due giorni dalle amministrative in Inghilterra. Sia i laburisti che Reform Uk vengono dati al 26% dagli ultimi sondaggi
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Il governo laburista guidato da Keir Starmer prova a mettere un freno all’impennata di consensi del partito di Nigel Farage Reform Uk, e lo fa con un provvedimento che sta già scatenando polemiche e che arriva a soli due giorni dalle amministrative in Inghilterra, che si svolgeranno il 1 maggio. Al centro sempre il tema migrazione, con una stretta dopo anni di fallimenti. La ministra degli Interni britannica Yvette Cooper ha infatti annunciato che ai cittadini stranieri condannati per reati sessuali sarà vietato chiedere asilo nel Regno Unito. Per la prima volta quindi, chiunque provenga dall’estero e abbia i requisiti per essere inserito nel registro dei molestatori sessuali, sarà escluso dal sistema di protezione creato per i rifugiati. Secondo quanto affermato da Cooper, la nuova misura restrittiva sarà introdotta con un emendamento al disegno di legge sulla sicurezza delle frontiere, l’asilo e l’immigrazione, attualmente all’esame del Parlamento. Misura che ha già scatenato le critiche delle organizzazioni impegnate nella difesa dei diritti umani.

Come sottolineano i media del Regno, si tratta di un ulteriore tentativo da parte di Starmer di frenare l’avanzata nei sondaggi di Reform Uk, il partito trumpiano di Nigel Farage, con un’agenda volta a ridurre i flussi degli immigrati legali e illegali, mentre è alle porte il test elettorale di giovedì primo maggio con le amministrative in Inghilterra. Le due formazioni politiche, secondo l’ultimo sondaggio condotto il 25 aprile da The Observer vengono date entrambe al 26%. Starmer, a differenza del precedente esecutivo, vuole imporre a sua volta con altri mezzi – dalla politica dei rimpatri all’introduzione di misure investigative annunciate come particolarmente severe – una stretta post Brexit sugli arrivi nel Regno Unito. E già nei mesi scorsi aveva “imitato” la comunicazione di Donald Trump: a febbraio il dipartimento del Ministero dell’Interno che si occupa di immigrazione, aveva infatti pubblicato video che testimoniano la “deportazione” di migranti, condotti ammanettati su un aereo.

A criticare il provvedimento è Amnesty International, secondo cui “escludere le persone dalla protezione dei rifugiati senza un’adeguata valutazione personalizzata compromette l’equità, ostacola l’integrazione e condanna le persone a vivere in un limbo, incapaci di andare avanti con la propria vita”. Inoltre c’è il rischio di colpire persone già vittime di sistemi giudiziari in Paesi in cui non vengono rispettati pienamente i diritti, a partire da quelli delle minoranze.

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