Marco Predolin in tv era davvero “di casa” e oggi, al Corriere della Sera, racconta di come decidere di lasciarla, la tv, sia stato “folle. Ci sono treni su cui si sale una volta nella vita e anche solo per il risvolto economico avrei dovuto continuare per almeno altri 10 anni”. Poi una riflessione agevolata dalla domanda di Renato Franco, cioè se si sentisse in qualche modo invicibile: “Sì. Non avevo un agente che mi gestiva, mi sentivo onnipotente, immortale: l’arroganza del successo ti porta a credere che non possono fare a meno di te e se te ne vai ci sarà subito qualcuno a cercarti“.
Un ritorno indietro nel tempo ai suoi programmi più noti, come “M’ama non m’ama” che “fu un successo strepitoso, primo programma quotidiano a striscia in Italia” o “Il Gioco delle Coppie” o “Una Rotonda Sul Mare” di cui Silvio Berlusconi bocciò la prima puntata: “Indossavo una giacca da smoking bianca, alla Love Boat: Berlusconi arrivò per vedere il girato e chiese: cosa fa Predolin vestito come un barman? Abbiamo buttato la puntata e rifatto tutto da capo”. Dopo il grande successo, il periodo delle televendite che, spiega Predolin, “erano il modo di avere una rendita, non certo un lavoro che ti fa sentire gratificato a vendere poltrone, divani, pentole o materassi. Poi anche lì a un certo punto, dall’oggi al domani, sono spariti. E allora ecco il piano B”. E infatti Marco Predolin fa il ristoratore e ha un locale a Porto Rotondo.
Ma che ne pensa della tv di oggi? “Mi fa schifo… Mi fa incazzare. Uno dice: certo, sei invidioso perché sei fuori. Non è così, il fatto è che io penso sempre a cosa farei se fossi in quel programma, il problema non è del conduttore, ma di chi l’ha scelto. I direttori artistici e gli autori non esistono più, oggi tutto è in mano a produttori mediocri”. Apprezza Stefano De Martino, “è un tipo simpatico, in una tv piena di gente che pensa di essere Nunzio Filogamo” e oggi ha chiuso con i reality che, ammette, “sono stati un bancomat”.