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Martino Caldarelli, ritrovato morto l’uomo scomparso da Teramo: due fermi

L'uomo adescato e ucciso coltellate. Un uomo e una donna, fermati con l'accusa di omicidio, hanno confessato
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Era scomparso da casa il pomeriggio dello scorso venerdì 11 aprile, il 48enne Martino Caldarelli, residente con la madre in provincia di Teramo. A distanza di cinque giorni, il suo corpo è stato ritrovato senza vita in una zona di campagna di difficile accesso, in un laghetto di Corropoli.

L’uomo sarebbe stato ucciso a coltellate e poi buttato in acqua. I carabinieri hanno individuato un uomo quarantenne e una donna di 26 anni, indiziati del delitto, ora in stato di fermo. I due, che già avrebbero precedenti penali per reati contro il patrimonio e furti di benzina, hanno confessato.

Stando a quanto ricostruito finora, Caldarelli sarebbe stato ucciso lo stesso giorno della sparizione: i due l’hanno attirato nel tentativo di farsi dare dei soldi e la macchina, ma lui si sarebbe opposto e sarebbe stato ammazzato durante una colluttazione con diverse pugnalate.

È stata una chat, trovata dai carabinieri con l’aiuto dei familiari, a indirizzare gli investigatori verso la coppia. L’uomo si sentiva e scriveva con una donna dai capelli rossi, con la quale aveva stretto amicizia, e che gli ha dato un appuntamento in un’abitazione di Corropoli dove lei conviveva col quarantenne. Poi la lite per l’auto e i soldi. Essendo robusto e ben allenato, Caldarelli ha cercato di scappare ma gli sono stati inferti diversi fendenti alla gola.

Poi il corpo sarebbe stato caricato in macchina e gettato in un laghetto, con un pezzo di legno attaccato per non far riemergere la salma. Il corpo è stato ripescato nella notte dai vigili del fuoco, dopo la confessione della coppia. A quanto si apprende dalle indagini in corso e coordinate dalla sostituto procuratore Elisabetta Labanti, dopo l’omicidio gli assassini – privi di patente – avrebbero verniciato di nero l’auto di Caldarelli per poi spostarsi col mezzo in giro, nel Teramano, impattando anche un paio di volte contro altre vetture.

In una zona periferica di Giulianova poi avrebbero dato fuoco alla macchina. A quel punto i carabinieri, intervenuti per l’incendio, hanno trovato i resti della Panda, risalendo al proprietario – Caldarelli appunto – grazie al numero di telaio. Le immagini delle telecamere di videosorveglianza mostrano, a bordo dell’auto, un uomo corpulento e stempiato con accanto una donna dai capelli rossi, la stessa donna con cui Caldarelli già chattava da tempo.

Gli elementi raccolti e collegati tra loro sono stati indispensabili per l’identificazione della coppia che, prima del fermo, ha continuato a spostarsi dall’Abruzzo alle Marche. Sembra che i due, prima dell’omicidio Caldarelli, avesse adescato un altro uomo della zona con lo stesso metodo: stringendo un rapporto di amicizia e invitandolo nella loro abitazione. In quel caso però l’uomo si è salvato cedendo alle richieste e consegnando loro soldi e macchina, prima di denunciare il fatto.

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