Dimenticate tutto quello che avete visto ed ascoltato di LDA da “Amici di Maria De Filippi” al Festival di Sanremo 2023, compreso le hit estive. Luca D’Alessio si è preso un anno sabbatico per ritrovarsi, capire meglio come gira il mondo e la musica attorno a lui. Ed è per questo che ora fa esattamente come gli pare e piace, virando bruscamente verso l’R&B con il brano “Shalla”. Una scelta spiazzante e quasi incisiva quanto i salmoni che nuotano controcorrente. Ma LDA ora ha ritrovato Luca e ora non lo lascerà più solo. Il brano fa da apripista al nuovo progetto discografico che vedrà la luce questo autunno con il desiderio nemmeno troppo nascosto di tornare al Teatro Ariston, “ma stavolta faccio come dico io”
Il sottotitolo di Shalla è “The Italian R&B King is here”. Si parte umili? “La comunicazione è abbastanza forte – ci racconta LDA – e anche un po’ provocatoria. L’ho fatto apposta, so benissimo che ci sono Giorgia e Tiziano Ferro, ma ovviamente mi riferivo alla mia generazione, non a quella precedente la mia”.
“Faccio quello che mi piace a costo di fare meno streaming” – Ho cercato di seguire la mia felicità, perché comunque io l’R&B lo faccio da sempre, ma non l’ho mai mostrato. Ho dei provini sul telefono di quando avevo 13 anni e già provinavo le mie prime canzoni in stile R&B. Sono sempre dell’idea che qualsiasi genere musicale dal pop alla trap, quindi l’R&B se fatto con qualità non c’è assolutamente da discutere a livello discografico. Così ho provato a fare con ‘Shalla’, un primo passo verso il cambiamento. Adesso non mi fermo più, ho troppe canzoni in cantiere, troppi progetti e troppe idee. Perché solo ora? Perché quando avevo 18 anni, volevo fare tante cose e non ero pronto per un genere così tanto importante, perché comunque la musica la devi conoscere, devi essere predisposto… Quindi mi sono preso del tempo così ho fatto delle scelte alcune per voglia e per piacere altre sono state scelte di mercato. E questa cosa l’ho sofferta perché non ero io. Non ero io e stavo perdendo quella felicità e quella serenità di fare musica. Ho vent ‘anni, mi diverto, amo quello che faccio e vivo per la musica, quindi voglio fare quello che piace fare a me, anche a costo di fare 5 streaming in meno, però almeno ho il sorriso stampato sulla faccia.
“In un anno vissuto come un ragazzo normale sono rinato” – Arrivare ad oggi è stato un processo difficile mentalmente, perché poi comunque io avevo la mia fanbase che mi conosceva per un determinato stile. Sicuramente è difficile perché non sai mai come la prenderà la gente il cambiamento, perché poi non si vuol deludere nessuno. In questo anno di fermo mi sono reso conto che vivendo la vita da ragazzo ‘normale’, quindi uscendo dai social, uscendo da tutto, mi sono proprio ripreso. Mi mancava guardare negli occhi miei amici, non pensare all’LDA cantante, tanto fissato sul lavoro e sulla musica che non esce mai dallo studio, non esce mai da quel tipo di pensiero. Invece Luca è un ragazzo che ha bisogno degli amici, ha bisogno di viaggiare, ha bisogno della famiglia, ha bisogno delle cose semplici come andare al parco, andare a mangiare la pizza… Mi sono ripreso e ora voglio mangiare il mondo.
“Ho dovuto allontanare le persone negative, ma anche chi amavo” – Ho allontanato le persone che mi facevano male perché ci stavo più bene, senza litigare ma semplicemente prendendo le distanze. Mi faceva male il fatto che non ero più Luca per loro, quindi dietro ogni parola che dicevano, pensavano che potessi fare di tutto e quindi la gente se ne approfittava. Quindi mi sono detto ‘io non sono questo, cioè se mi devi volere bene mi devi volere bene per Luca’. Ero molto annebbiato in quella fase della mia vita, tanto che ho allontanato anche chi ho amato e probabilmente chi mi amava. Sono stato un po’ assente per tutti, anche per la mia famiglia. Ho cercato poi di capire cosa stava accadendo, sono andato tre volte in terapia poi ho smesso perché mentre parlavo sapevo esattamente qual era la situazione che avrei dovuto affrontare. Non sono caduto nel baratro perché sono riuscito a salvarmi da solo.
“Non mi importa più se mi dicono che sono raccomandato” – Io accusato di essere un privilegiato, un raccomandato, perché figlio d’arte? Un po’ queste critiche mi colpivano, ma nella misura in cui non mi capacitavo come gli altri non vedessero che, in realtà, stavo facendo tutto da solo. Quindi questa cosa mi faceva rabbia. Dietro di me non c’era e non c’è nessuno. Oggi sono arrivato al punto di dire che se la gente non mi crede, non posso farci nulla. Ho sempre vissuto di musica. Spesso mi chiudevo nella mia stanzetta a Napoli, dove c’erano solo le luci blu. Un microfono sulla scrivania cantando, pensando e sognando di essere allo stadio Maradona o mentre facevo i miei concerti. In quei momenti scrivevo molto, pensavo e facevo il performer davanti allo specchio. Molte cose sono nate in quella cameretta che è stata la mia fortuna, una stanza fortunata. Poi sono uscito da lì e ho affrontato la realtà.
“Sono d’accordo con Linus, dico basta alle canzoni carine” – “Siamo in una fase in cui la musica italiana è poca cosa e secondo me i cantanti italiani hanno il difetto di accontentarsi, di fare delle cose carine e magari di impegnarsi di più nel trovare i vestiti che nel trovare le canzoni” sono le parole di Linus. E devo dire che sono d’accordo. Se ascolto le canzoni che sono uscite in questi ultimi cinque anni, poche cose si salvano. Tra le canzoni ‘carine’ mi ci metto pure io. Sono tra quelli che non si salvano. Un disco come ‘Quello che fa bene’ (uscito nel 2023, ndr) a parte un paio di canzoni, ma lo rifarei tutto daccapo. Ho in serbo un progetto nuovo davvero di alta qualità e non lo dico per peccare di umiltà, ma lo penso davvero. Non mi accontento più di fare le canzoni ‘carine’, punto anche all’estero. Ho proprio cambiato mentalità. Dagli errori si impara, diverse uscite discografiche non le farei più. Sanremo 2026? Mi piacerebbe tantissimo tornarci con una canzone fortissima, che ho nel cassetto.