Decreto Sicurezza: sempre più evidente l’abuso di potere di questo governo

L’abuso del potere da parte di questo governo e della sua maggioranza è sempre più evidente. In Parlamento da mesi era in discussione il disegno di legge nr. 1660, cosiddetto Sicurezza, già approvato dalla Camera dei Deputati, molto criticato da ampi settori della politica, dei giuristi, della società. Da premettere che il disegno di legge, di cui ho scritto in altri pezzi, attraversato da numerosi profili di incostituzionalità emersi nel dibattito dei mesi scorsi, non ha nulla a che vedere con la sicurezza dei cittadini.
Il termine sicurezza serve alla propaganda di regime per iniettare l’idea che il governo si prende cura della sicurezza delle persone. Nulla di tutto questo. Il disegno di legge tutela la sicurezza del potere e dell’ordine costituito. Obiettivo del provvedimento delle destre è la criminalizzazione del dissenso e la preservazione dell’impunità degli abusi del potere. È un altro tassello fondamentale del disegno costituzionalmente eversivo di costruire una giustizia di classe, forte con i deboli e debole con i forti. Tutto in tipica salsa autoritaria.
Nessuna ragione giuridica giustifica, inoltre, l’adozione della decretazione d’urgenza. Difatti il disegno di legge, tenuto conto degli ostacoli parlamentari e giuridici, viene trasformato in decreto legge tenuto conto, come in violazione di Costituzione asserisce il governo, di sopravvenute ragioni di necessità e di urgenza. Se per ragioni di urgenza e necessità si considera arrestare il dissenso, è questa allora la confessione dell’abuso del potere e dello scivolamento dallo stato di diritto allo stato di polizia. È da ricordare che l’abuso del ricorso ai decreti legge e ai voti di fiducia è prassi incostituzionale e antidemocratica che ha purtroppo caratterizzato tutti i governi e tutte le maggioranze degli ultimi anni. Nella quasi totale acquiescenza del Quirinale.
Questa volta l’abuso è ancora più grave e inaccettabile, perché sono in gioco diritti costituzionali fondamentali, quali la libertà personale, la libertà di manifestazione del pensiero e di dissenso, la libertà di riunione e associazione, l’uguaglianza delle persone davanti alla legge, la libertà di movimento, la difesa legittima dagli abusi del potere, la rivendicazione del diritto all’abitare. È insomma un attacco ai principi fondamentali della Costituzione. Il Presidente della Repubblica non può e non deve firmare queste leggi che rappresentano un abuso del potere e una manifesta violazione della Costituzione. Le istituzioni democratiche si legittimano anche attraverso l’autorevolezza con cui si esercitano le funzioni che sono già sottoposte ad un continuo bradisismo politico e istituzionale: leggi elettorali incostituzionali con cui il popolo vota, riduzione dei parlamentari voluta anche dalla P2 di Gelli, secondo mandato di presidente della Repubblica alla stessa persona fisica – rischiando così lo scivolamento verso una personalizzazione dei ruoli istituzionali senza una profonda legittimazione democratica -, riduzione del parlamento ad area di mera ratifica di decisioni prese in altri luoghi, ricorso a testi blindati nelle commissioni parlamentari, voti di fiducia e decreti legge.
L’ossigeno democratico si respira di questi tempi soprattutto fuori dalle istituzioni nazionali ed è per questo che l’ordine costituito teme l’opposizione sociale e il dissenso e punta alla sua criminalizzazione e alla trasformazione dei conflitti sociali in questioni di ordine pubblico. Diviene necessario e urgente anche evitare il disegno del governo di voler mettere contro forze di sicurezza e popolo che dovrebbero stare dalla stessa parte soprattutto nei momenti di grave crisi sociale, economica, politica e morale. Gli abusi del potere sono il nemico della Costituzione, ci troviamo di fronte a traditori della Costituzione nata dalla resistenza al fascismo: tocca al popolo riprendersi sovranità e diritti, senza paura. Questo vuol dire essere partigiani della Costituzione.