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Re Carlo III in Parlamento, spazio anche alla leggerezza: “Perdonerete se ogni tanto roviniamo il vostro cibo, ma lo facciamo con affetto”. Il discorso (un po’ in italiano e un po’ in inglese)

In apertura, non sono mancati gli applausi per il traguardo raggiunto nella vita matrimoniale con Camilla: i due oggi celebrano vent’anni di matrimonio, anche se uniti praticamente da sempre

di Antonella Zangaro
Re Carlo III in Parlamento, spazio anche alla leggerezza: “Perdonerete se ogni tanto roviniamo il vostro cibo, ma lo facciamo con affetto”. Il discorso (un po’ in italiano e un po’ in inglese)

Un po’ in italiano, un po’ in inglese. Re Carlo III ha fatto il suo discorso dal seggio più alto del Senato italiano mentre ad ascoltarlo c’erano le due camere eccezionalmente riunite davanti ad una personalità straniera, la quarta a rivolgersi al parlamento in plenaria dopo papa Giovanni Paolo II ed i re di Spagna, Juan Carlos e Felipe VI. Il primo re britannico della storia a prendere la parola in quest’aula, oggi aveva il compito di cercare di ricucire ciò che la Brexit, ormai cinque anni fa, ha strappato con imprevedibile ed imprevista brutalità. I passi compiuti dal governo laburista di Sir Keir Starmer per ritornare tra le braccia dell’Europa si susseguono dal giorno del suo ingresso a Downing Street, lo scorso luglio, ma questa visita di Stato del sovrano, che è tornato in Italia per la 18esima volta, ha un forte valore simbolico e concreto. Oggi in ballo c’è anche lo scommessa geopolitica guidata da Starmer e dal presidente francese, Emmanuel Macron, che si chiama Coalizione dei Volenterosi, per il futuro dell’Ucraina e re Carlo è a Roma anche per questo.

In piedi, davanti a senatori e deputati, il re ha snocciolato tutte le ottime ragioni che legano Italia e Regno Unito, due paesi amici, o almeno conoscenti, sin dal tempo dei Romani; “loro diedero ai britannici l’idea di mettere la testa di un re sulle monete, di questo sono particolarmente grato a loro” ha commentato il sovrano passando dall’inglese all’italiano nello sforzo di far scivolare tra gravitas ed un tocco di ironia un discorso di mezzora. In apertura, non sono mancati gli applausi per il traguardo raggiunto nella vita matrimoniale con Camilla: i due oggi celebrano vent’anni di matrimonio, anche se uniti praticamente da sempre. Per l’occasione, ora come allora, Camilla ha indossato lo stesso abito di seta color avorio di Anna Valentine che aveva a Guildhall il giorno in cui coronava il suo sogno eterno, preparandosi a diventare regina. In realtà la giornata è iniziata con impegni separati per la coppia, con Camilla che ha incontrato i bambini della scuola Manzoni di Roma e ha ricevuto una pizza Margherita per festeggiarla, mentre Carlo III visitava Villa Pamphilj e, in un bilaterale, sedeva di fronte a Giorgia Meloni accompagnato dal Segretario di Stato degli Affari Esteri David Lammy e dall’ambasciatore britannico in Italia e San Marino, Lord Llewellyn. “Questa visita contribuirà a rafforzare la cooperazione tra i due paesi su difesa, sostenibiltà, energia pulita e rafforzerà i legami culturali” ha commentato l’ambasciatore britannico mentre il re ha ricordato tutti gli esempi che nella storia hanno dimostrato la forza dell’alleanza tra Italia e Regno Unito.

Carlo III ha citato le sue visite passate in diverse città italiane, da Torino a Palermo, senza dimenticare quella a Venezia nel 2009 in occasione del restauro de la Fenice e, nel 2017, ad Amatrice colpita dal terremoto. “Oggi sono qui per riaffermare la nostra amicizia e rinforzarla ancora di più”, ha sottolineato indicando come ci fossero due navi della marina britannica a scortare Garibaldi mentre sbarcava a Marsala per unire l’Italia. Garibaldi era tanto popolare in Gran Bretagna che oggi ci sono persino “dei biscotti che portano il suo nome per ricordarlo” ha sorriso il sovrano lanciando un chiaro messaggio della serie: noi c’eravamo nel momento del bisogno. E ancora, Cavour e Mazzini e Gugliemo Marconi che ha trovato il “riconoscimento del suo genio” proprio nel Regno Unito. Così, dopo la spigolatura che ricorda come “l’influenza italiana sia in quel che vestiamo, mangiamo e beviamo” anche se “perdonerete se ogni tanto roviniamo la vostra cucina, ma lo facciamo con affetto”, Carlo ha puntato dritto sui temi politici che contano per il paese che rappresenta.

Ricordando l’eroismo di soldati e civili durante la resistenza, il sovrano ha sottolineato l’eroismo di Paola Del Din, partigiana e medaglia d’oro al valor militare che, ottanta anni fa, si è lanciata da un paracadute per portare a termine la sua missione e che oggi ha 101 anni. Così come ha ringraziato i tanti italiani che con “coraggio hanno dato rifugio ai soldati britannici e alleati, rischiando così la propria vita”. Tutti gli elementi per preparare il terreno alla chiara richiesta di unità che il Regno Unito sollecita nei confronti dell’Italia, spiegando come “in questi tempi le giovani generazioni possono vedere da tv e tablet che la pace non si può dare per scontata”. E allora, sostegno all’Ucraina, coesione nella NATO e avanti con il Global Combat Air Programme per la realizzazione di caccia di nuova generazione che vede coinvolto anche il Giappone.

Infine la spinta per non smettere di impegnarsi per l’ambiente, l’agricoltura sostenibile e la cultura della biodiversità, citando anche Virgilio, lodando gli imprenditori incontrati che si occupano di innovazione e transizione ecologica. Infine, ricordando che nel Regno Unito ci sono 450.000 italiani e che Londra è la città in cui la comunità italiana all’estero è la più numerosa, Carlo III ha sottolineato come il paese oltremanica rappresenti il quinto maggiore investitore in Italia, mentre quest’ultima l’anno scorso è stata la sesta risorsa per progetti di investimento diretto di stranieri. E, ancora, tra Ed Sheeran che riempie l’Olimpico a Roma mentre l’opera italiana fa il tutto esaurito a Covent Garden, passando per l’applaudito ricordo di Giovanni Falcone e della strage di Capaci, tra alto e basso, italiano stentato e inglese reale, Carlo III ha chiuso nel più nobile dei modi, citando Dante in un afflato di speranza per il futuro. “Fiduciosi che, qualunque siano le sfide e le incertezze che inevitabilmente affrontiamo come nazioni… ora e in futuro… possiamo superarle insieme e lo faremo insieme… e quando lo avremo fatto, potremo dire, con Dante: e quindi uscimmo a riveder le stelle”.

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