Viaggi

Dalla tassa di soggiorno (raddoppiata) alle multe in spiaggia e la stretta sugli affitti brevi: le nuove regole della Spagna contro l’overtourism. Ecco cosa cambia

Preoccupate per le dilaganti proteste contro il turismo di massa, le autorità cercano di prendere provvedimenti per limitare il flusso e migliorare la convivenza tra visitatori e locali, cercando comunque di non perdere di vista la realtà: le entrate del turismo sono una voce importante del PIL

Testo di Giuliana Lomazzi
Dalla tassa di soggiorno (raddoppiata) alle multe in spiaggia e la stretta sugli affitti brevi: le nuove regole della Spagna contro l’overtourism. Ecco cosa cambia

L’anno scorso, 94 milioni di visitatori si sono riversati sulle spiagge e tra le vie delle principali destinazioni turistiche spagnole. Troppe, per i residenti stretti nella morsa del traffico e tartassati dal caro prezzi, ma troppe anche per le risorse ambientali. Davanti alle proteste, che si prevedono ancora più infuocate con l’inizio dell’alta stagione, le autorità hanno deciso di tentare una regolamentazione del flusso.

Tasse di soggiorno raddoppiate
Già dal 2012 la Catalogna prevede un’ecotassa di 0,60-3,50 € a notte. Ma quest’anno il conto potrebbe diventare davvero salato, in particolare a Barcellona, la città-simbolo della rivolta contro l’invasione turistica. Fa sapere la CNN in un recente articolo che a febbraio il governo regionale catalano ha lanciato un piano di raddoppio della tassa turistica: “Se approvato, stanzierebbe almeno il 25% delle entrate per aiutare ad alleviare la carenza degli alloggi, che è la principale lamentela tra i residenti”. A Barcellona e altre mete turistiche la tassa di soggiorno passerebbe dunque per un hotel a 4 stelle da 1,70 a 3,40 €, e in una struttura di categoria superiore da 3,50 a 6 € a notte: qui, con l’aggiunta della tassa comunale, si arriverebbe a 15 € a notte. Alle Baleari la tassa salirebbe di 2 € a notte (da 4 a 6), con ulteriori ritocchi in altissima stagione (da giugno ad agosto), mentre le Canarie la stanno considerando. Quanto a Santiago e Toledo, si parla di un esborso di 1-2,5 € a testa per notte. Ma non è detto che la cosa funzioni. “È una misura isolata che non cambia lo status quo”, dichiara alla CNN Daniel Pardo, membro dell’Assemblea de barris per un turisme sostenible.

Stretta sulle crociere
Anche il passeggero mordi e fuggi delle meganavi deve lasciare il suo obolo: a Barcellona, la tassa raddoppia da 3 a 6 €. E di croceristi ne arrivano davvero tanti, soprattutto dopo l’apertura di un nuovo terminal. L’autorità portuale ha dichiarato alla CNN che la maggior parte dei croceristi resta in città solo per un giorno; tra questi, 1,6 milioni di passeggeri transitati nel 2024. Ma intanto è l’invasione: finiscono sotto assedio la città vecchia, le Ramblas e il vicino quartiere gotico, l’area dell’incompiuta Sagrada Familia. Jordi Valls, vicesindaco con delega al turismo, riferisce alla CNN che nella zona della cattedrale vivono 50.000 residenti e in estate arrivano giornalmente altrettanti visitatori. Alle prese con le meganavi è anche Malaga, che sta valutando una stretta.

Il bon ton del turista
A livello locale ci sono delle comprensibilissime e quasi ovvie restrizioni su cui è bene informarsi per evitare di prendersi una bella multa. Attenzione per cominciare alle spiagge. Per esempio a Torrox, in Costa del Sol, non si potranno più montare in spiaggia tende, gazebo e strutture simili capaci di creare confusione e, soprattutto, di ostacolare la visuale ai bagnini e il passaggio dei mezzi di soccorso. Il timore dell’inquinamento delle acque ha spinto prima Vigo e poi Malaga e Marbella a vietare la minzione in acqua, anche se non è chiaro come scoprire l’incauto orinatore. Diffuso il divieto di fumo in spiaggia, anche per la cattiva (e inquinante) abitudine di lasciare mozziconi nella sabbia; pure il vaping è off limits in varie località. Quanto alla movida, dal 1° giugno nel quartiere barcellonese dell’Eixample sarà fuori legge il pub crawl, un divieto già in vigore da tempo nella Ciutat Vella. Dallo scorso anno in alcune località turistiche delle Baleari, tra cui Palma di Maiorca e San Antonio (Ibiza), non si possono bere alcolici per strada e ne è proibita la vendita per tutta la notte. I comportamenti molesti vengono puniti con multe fino a 1550 €, ma per le infrazioni più gravi si può arrivare a 3000 €. Sempre a Maiorca, noleggiare un’auto diventerà più complicato, perché sarà necessario riempire gli stessi moduli con le informazioni sensibili richieste dagli alberghi. Inoltre i turisti non potranno entrare in auto nel centro di Soller, riservato ai residenti.

Regolamentazione degli affitti brevi
Già da tempo molte città hanno iniziato una guerra contro gli affitti brevi, ritenuti responsabili del caro case per i residenti – come riportato dalla CNN, il prezzo medio per gli affitti lunghi per i residenti è aumentato del 68% nell’ultimo decennio. A Valencia, dal 2023 sono aumentati del 454% i controlli sulle strutture illegali, portando nel 2024 alla chiusura di 278 di queste. Quanto a Siviglia, le autorità ritengono che siano 5000 gli appartamenti illegali, contro i 10.000 autorizzati. Dal 2 gennaio il governo spagnolo ha stabilito che tutti i proprietari di immobili destinati ad affitti brevi dovranno essere obbligatoriamente registrati. Inoltre, a livello locale ci saranno delle strette sugli Airbnb. Per esempio a Malaga non sarà più permesso aprirne in numerosi quartieri, e dal canto suo Barcellona non intende più concedere licenze né rinnovare quelle in scadenza, con l’obiettivo di annullare gli affitti brevi nel 2028.

Un equilibrio delicato
La lotta all’overtourism non può essere però senza quartiere, perché il turismo è una voce consistente del PIL: nel 2024 sono entrati nelle casse statali 126 miliardi di €, pari al 13% del PIL totale. E a risentirne sarebbero naturalmente anche i posti di lavoro. Perciò l’obiettivo non è azzerare le visite, ma un tipo di turismo più sostenibile, meglio distribuito tra le bellezze spagnole. Una sfida che al momento sembra molto difficile da attuare.

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