Il voto dell’Eurocamera sul piano di riarmo della commissione Ue si è rivelato un banco di prova per gli equilibri interni di maggioranza e opposizione in Italia. Dopo le proteste italiane degli ultimi giorni, l’Aula ha dato il via libera alla risoluzione sul Libro bianco della difesa con 419 voti a favore su 669 votanti: 204 i contrari e 46 gli astenuri. Chi si è espresso contro sono M5s e Avs, ma anche il Carroccio che ha così strappato con Fratelli d’Italia (mentre Giorgia Meloni tace). Si è diviso, come da previsione, il Partito democratico: nonostante le perplessità espresse dalla leader Elly Schlein, la metà del gruppo ha votato a favore.
Fratelli d’Italia a favore insieme a Fi, contraria la Lega – La maggioranza che sostiene il governo Meloni è andata in pezzi. Se Fratelli d’Italia e Forza Italia hanno scelto infatti di dare la propria approvazione al piano, il Carroccio ha votato compatto contro. “La Lega”, si legge in una nota, “non condivide né la narrazione né tantomeno la deriva bellicista di Bruxelles, che vuole indebitare noi e le future generazioni per spendere oltre 800 miliardi di euro in armi, peraltro dopo anni in cui ha promosso la più rigida austerità senza ascoltare ragioni”. La premier non ha commentato e anzi, proprio mentre usciva la notizia del voto era impegnata in un incontro a Palazzo Chigi sul piano Caivano. Un tentativo di distogliere l’attenzione sulla rottura della maggioranza a Strasburgo. Del resto il voto a favore non è piaciuto neanche in casa Fdi, tanto che il presidente del gruppo Ecr Nicola Procaccini ha tentato di far rinviare la votazione, proposta prontamente respinta dall’Aula. Fratelli d’Italia inoltre, ha deciso di astenersi a proposito del rinnovo del sostegno all’Ucraina: “Lo abbiamo fatto per sostenere l’iniziativa di pace americana che è un’azione meritoria, mentre invece questa risoluzione la condanna, per ragioni temporali”, ha detto Procaccini. Anche su questo punto il Carroccio ha votato contro, confermando la rottura.
Partito democratico diviso – Dove c’è maggiore tensione però, è sicuramente dentro la delegazione degli eurodeputati dem. Alla fine sono stati dieci gli eletti a dare la propria approvazione al testo e undici quelli che invece si sono astenuti in segno di dissenso. Un margine di uno che dà la vittoria (debole) alla linea della segretaria, ma che di certo non placa i malumori interni. Hanno dato il loro sì: il presidente del Pd Stefano Bonaccini, Antonio Decaro, Giorgio Gori, Elisabetta Gualmini, Giuseppe Lupo, Pierfrancesco Maran, Alessandra Moretti, Pina Picierno, Irene Tinagli, Raffaele Topo. Una pattuglia altrettanto numerose ha scelto invece di non dare il proprio via libera: si sono astenuti Lucia Annunziata (inizialmente data tra i favorevoli, ma l’errore è stato subito corretto), Brando Benifei, Annalisa Corrado, Camilla Laureti, Dario Nardella, Matteo Ricci, Sandro Ruotolo, Cecilia Strada, Marco Tarquinio, Alessandro Zan e il capodelegazione Nicola Zingaretti. Strada e Tarquinio sono stati gli unici astenuti anche sul punto della risoluzione che rinnovava il sostegno all’Ucraina.
La linea di Schlein per l’astensione è stata sconfessata da quasi metà del gruppo. “Il piano di riarmo di Ursula Von der leyen non ci piaceva e ancor di più non ci piace oggi”, ha dichiarato Ruotolo, “dopo aver sentito la presidente della commissione legare la parola pace alla necessità di un massiccio riarmo. Tutti siamo d’accordo nel sostenere il bisogno di un sistema di difesa comune che non vuol dire però consentire ai singoli Stati di riempire i loro arsenali”. E ha concluso: “Il gruppo socialista ritiene che il piano della Von der Leyen sia un primo passo verso la difesa comune. Per il Partito democratico no e per questo motivo la maggioranza della nostra delegazione al Parlamento europeo si è astenuta”. Resta da capire come verranno gestiti gli equilibri con quell’ala del partito che invece si è espressa a favore.
Contrari M5s, Verdi e Sinistra italiana – Chi è rimasto compatto sulla linea contraria, sono stati M5s, Verdi e Sinistra italiana. Solo ieri il leader Giuseppe Conte ha protestato a Strasburgo con un gruppo di parlamentari 5 stelle contro il piano Von der Leyen e per la pace. “Oggi è una pagina nera per la democrazia europea”, hanno commentato i 5 stelle. “Il Parlamento aveva la grande opportunità di lanciare un messaggio forte e chiaro e invece ha ammainato bandiera bianca. Vergogna. A questa agenda bellicista faremo una durissima opposizione nelle Istituzioni, ma anche nelle piazze a partire dalla grande manifestazione che si terrà il 5 aprile”, hanno dichiarato.