Domani e il 7 marzo Elio del gruppo Elio e le Storie Tese sbarca al Teatro degli Arcimboldi di Milano con lo spettacolo “Quando un musicista ride“. “Da Fo a Gaber, da Jannacci a Cochi e Renato, da Flaiano a Marcello Marchesi, più tantissimi altri, – si legge nelle note del cartellone teatrale – una generazione di artisti eccentrici e controcorrente che hanno sorpreso e divertito tutti, dagli sperimentalisti al grande pubblico reinventando un genere musicale ricco di eccentriche e divertenti canzoni scanzonate”. Poi ci sarà la quarta edizione de Il Concertozzo di Elio e Le Storie Tese, il 4 e 5 luglio al Parco Ragazzi del ‘99 di Bassano del Grappa.
E sempre a proposito di canzoni Elio in una intervista a Il Giorno ha parlato della sua visione della musica di oggi e la premessa è chiara e senza fronzoli: “La musica di oggi non è peggiore di quella di prima, la musica di oggi non esiste“.
E ancora: “Non per fare ancora il nonno, ma quella non è musica. Piuttosto un assemblaggio, nel 90% dei casi, di roba preesistente fatta da gente che non sa suonare. Di recente un produttore molto affermato alla domanda ‘cosa suoni’ m’ha risposto: ‘mi vergogno un po’ ad ammetterlo, ma non suono niente’. Questo è lo stato dell’arte. Ora mi lascio andare completamente e dico che la mia umiliazione massima è stata ascoltare la canzone vincitrice di Sanremo cantata con l’autotune. Ma di cosa stiamo parlando?”.
Quindi qual è lo stato d’animo di Elio in questa cornice musicale italiana: “Non mi sento come mio nonno, ma come Verdi, che ad ottant’anni suonati ha scritto forse è la sua opera migliore, ‘Falstaff’. Insomma, mi sento un signore della terza età con la forza di spaccare che vorrebbe vedere dei ventenni spaccare invece di andare in giro a cantare con l’autotune. Sia chiaro che non è tutto così, visto che sul palco con me ci sono dei ventenni che suonano come dei draghi”.