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Ddl Sicurezza, i familiari delle vittime delle stragi chiedono un’audizione al Senato: “A rischio la sicurezza dell’ordine democratico”

"Tra le righe di questa legge si intravedono ampi spazi di movimento per possibili depistaggi e dannose omissioni", scrive il Coordinamento delle associazioni dei familiari delle vittime
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Dopo avere espresso “forte preoccupazione” e “indignazione per quanto previsto all’articolo 31 del ddl Sicurezza che – era stato fatto presente – “legalizza i Servizi segreti deviati“, il Coordinamento nazionale Associazioni dei familiari di vittime delle stragi ha chiesto formalmente al Senato di poter essere audito dalle commissioni Giustizia e Affari costituzionali, che stanno esaminando il disegno di legge.

Nella lettera indirizzata la presidente del Senato, Ignazio La Russa, e ai presidenti delle due commissioni – Giulia Bongiorno e Alberto Balboni – i familiari delle vittime di mafia e terrorismo manifestano il loro “disappunto” per la loro mancata audizione, prima della votazione, alla Camera dei deputati. Adesso che il testo è passato a Palazzo Madama chiedono di essere sentiti: “Non vorremmo intravedere in questi silenzi e apparenti sviste una volontà, che parrebbe invece esplicita, di concludere un iter di definizione di una legge, i cui dispositivi, se approvata, potrebbero drammaticamente ripercuotersi su equilibri e sicurezza dell’ordine democratico dello Stato” scrivono.

Al centro c’è il contestato articolo 31 del ddl Sicurezza, una norma che potenzia le attività sotto copertura dei servizi segreti, consentendo agli agenti non solo di partecipare alle organizzazioni terroristico-eversive ma anche di dirigerle e guidarle, persino arruolando nuovi membri. Un intervento contestato dalle opposizioni, ma necessario per il governo: “Alcune informazioni di rilevanza operativa e destinate a una ristretta cerchia di persone sono acquisibili solo da chi, in qualità di partecipe al sodalizio, riesce a guadagnare la fiducia dei sodali e dei promotori, progredendo nel ruolo sino a rivestire incarichi di tipo direttivo e organizzativo”, ha scritto Alfredo Mantovano, sottosegretario a palazzo Chigi con delega ai Servizi, in una memoria destinata alle Commissioni di palazzo Madama che stanno esaminando il testo.

Per il coordinamento delle associazioni “gli ampi margini operativi che verrebbero concessi a ruoli istituzionali dello Stato quali gli stessi Servizi Segreti, per l’ampiezza dei mandati a loro conferiti, si presterebbero, grazie anche alle immunità concesse, a una potenziale gestione ‘non consona’, per non dire pericolosa, e che potrebbe mettere a rischio diritti costituzionali nonché le stesse libertà e diritti fondamentali dei cittadini”. “Tra le righe di questa legge si intravedono – continuano – ampi spazi di movimento per possibili depistaggi e dannose omissioni, laddove da parte degli agenti operanti si fosse ispirati e guidati, con il rischio di interferenze anche di ‘agenti esterni‘, da interessi in contrasto con quelli cui si ispira la nostra Costituzione e quelle sue leggi emesse a garanzia di uno Stato democratico”.

Un rischio che per i familiari di vittime delle stragi non può essere corso per questo chiedono di essere auditi dalle commissioni del Senato “per un confronto che consenta di poter riportare entro parametri costituzionalmente accettabili il contenuto dei mandati operativi che intenderebbe delineare”.

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