Botta e risposta a Otto e mezzo (La7) tra l’europarlamentare di Forza Italia Letizia Moratti e il direttore del Fatto Quotidiano Marco Travaglio sullo sciopero dei magistrati contro la riforma costituzionale del governo Meloni che prevede la separazione delle carriere tra pm e giudici.
Moratti esordisce citando Sabino Cassese definendolo “un costituzionalista di grande valore”. Travaglio interviene ricordando che Cassese non è un costituzionalista, ma un amministrativista.
L’ex sindaca di Milano continua: “Vabbè, è una persona di grande valore. Ha espresso un’opinione dicendo che il ruolo dei giudici si sta dilatando a dismisura e che il nostro sistema giudiziario è inefficace e inefficiente. Tra l’altro, secondo il rapporto Eurispes del 2022, il 65,9% degli italiani non ha fiducia nella magistratura”.
Travaglio replica: “È una delle tante fesserie che dice il professor Cassese, che notoriamente non è un costituzionalista. In particolare, quando parla di magistratura non sa quello che dice. In ogni caso, l’efficienza della magistratura con questa riforma non c’entra assolutamente niente, perché l’efficienza migliora dando ai magistrati strumenti, mezzi, fondi, cancellieri, personale di segreteria, riempiendo i vuoti in organico che in certi luoghi arrivano al 20-30%”.
E sul rapporto Eurispes del 2022 citato da Moratti, ribatte: “La magistratura non ha bisogno di nessun consenso. Segnalo che il consenso della magistratura è circa 10 volte superiore a quello della classe politica, quindi gli ultimi che dovrebbero godere dello scarso consenso della magistratura sono i politici perché il loro è decimo di quello dei magistrati”.
Il direttore del Fatto ricorda che a manifestare assieme ai magistrati c’erano alcuni principi del foro: “C’erano anche Guido Alpa e Franco Coppi, che peraltro è stato l’avvocato di Berlusconi. Per fortuna, anche nel mondo dell’avvocatura si sta muovendo qualcosa e si sta capendo dove vuole andare a parare questa controriforma, che è stata fatta per creare le premesse per mettere la magistratura sotto il controllo del governo. A poco a poco – continua – si sta capendo che questo sciopero di oggi non è per difendere una prerogativa di categoria, perché i magistrati da domani, se passa quella riforma, continuano a prendere lo stesso stipendio e continuano a fare il lavoro che fanno, molto peggio naturalmente. Siamo noi le vittime e il fatto di vedere molti avvocati solidarizzare con quella protesta mi ha rincuorato”.
Travaglio commenta, infine, la notizia secondo cui il governo ha annunciato la sua disponibilità a un dialogo coi magistrati, dopo il successo della protesta delle toghe che ha registrato l’80% di adesioni: “Evidentemente il governo Meloni comincia a temere l’effetto Renzi. Quando nel 2014 cominciammo la battaglia per il no al referendum costituzionale, il no era dato allo 0%, due anni dopo abbiamo vinto con 60 contro il 40. Quindi, a poco a poco,se si riesce a comunicare le idee in termini semplici, queste passano“.