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Santanchè che ‘resiste’: emblema del parassitismo e del declino italiano e occidentale

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Quell’imbattibile campione dei più vieti luoghi comuni delle peggiori destre, dal classismo al razzismo al maschilismo, che risponde al nome di Vittorio Feltri ha recentemente dedicato un suo intervento a quella che egli definisce, con umorismo sicuramente involontario, la “resistenza” di Daniela Santanchè. In tal modo rende omaggio all’indiscutibile pervicacia della cosiddetta pitonessa, inchiavardata alla sua poltrona nonostante sia sotto inchiesta per vari illeciti di ordine penale.

Ciò che contraddistingue le nostre pessime classi dominanti è in effetti soprattutto, anzi quasi esclusivamente, l’attaccamento al potere che esercitano senza dover rendere conto a nessuno, avendo come unica fonte di legittimazione il consenso tributato loro da settori sempre più minoritari di un elettorato sempre più frastornato, disorientato e disperato, oramai quasi del tutto privo di una sia pur elementare autocoscienza, e soprattutto l’avallo dei circoli egemoni in Occidente, oggi incarnati da Donald Trump.

Quest’ultimo è lo spregiudicato interprete delle esigenze del capitale finanziario strutturalmente restio ad ogni controllo e ad ogni sia pure sbiadita vocazione a carattere sociale, che alimenta micidiali catene di Sant’Antonio destinate ad accelerare il fallimento definitivo del sistema (da qui a qualche tempo andremo alla resa dei conti sui bitcoin e indovinate a chi faranno pagare il prezzo). Il suo “pensiero” è intriso di razzismo, classismo, maschilismo e in ultima analisi fascismo allo stato puro, che si manifesta in modo particolarmente raccapricciante nel suo accanimento contro i Palestinesi e nel demenziale progetto immobiliare che vorrebbe trasformare il mattatoio di Gaza in riviera per super ricchi, dopo averne eliminato o deportato i circa due milioni di abitanti.

Essendo più intelligente di Biden (non è che ci voglia molto) ha capito che la partita ucraina è irrimediabilmente persa per l’Occidente e ha furbescamente deciso di scaricarne il peso residuo, che non è poco – specie nella malaugurata ipotesi che Kiev entri nell’Unione europea, dando il colpo di grazia a tale decrepita organizzazione – sulle spalle dei gonzi europei, Italia ovviamente compresa. Ma l’orizzonte di Trump non è certo la pace, anche perché la guerra è l’ecosistema ideale per il capitalismo occidentale in crisi terminale e più banalmente per il fatto che le lobby degli armamenti sono oggi più che mai pasciute, agguerrite e renitenti a mollare l’osso dei loro enormi e facili profitti, oltre che perché il terreno militare è l’unico sul quale l’Occidente, e in particolare gli Stati Uniti, continuano a godere di un certo vantaggio nel loro disperato quanto nefasto tentativo di mantenere il predominio globale.

La ritirata strategica dall’Ucraina, lasciando gli europei col cerino in mano e avendone comunque tratto innumerevoli benefici, servirà quindi a Trump per schierare le truppe su altri scacchieri, che si tratti dell’Asia-Pacifico, del Medio Oriente, dell’Africa, dell’America Latina o magari della Groenlandia. Meloni e la sua Corte dei Miracoli, Santanchè compresa, non fanno ovviamente una piega, intanto per aver interiorizzato il suddetto imperativo esistenziale del mantenimento del potere ad ogni costo, e poi anche per un’indubbia affinità col palazzinaro intrallazzatore di Washington, giunto alla ricchezza e al potere con metodi e agganci non troppo dissimili da quelli del nume tutelare della destra italiana Berlusconi. La base elettorale che oggi sorregge Meloni è stata del resto adeguatamente definita da Franco Cardini in un’intervista a Il Fatto quotidiano come “feccia sociale” dedita all’evasione fiscale e al profitto individuale, a spese del bene comune.

Santanchè è certamente emblematica di questo ceto sociale relativamente diffuso, quanto mortalmente nocivo e insopportabilmente parassitario. Non si tratta certo di odiarla in quanto ricca, ma di mettere fuori uso i meccanismi perversi che hanno consentito il venire in essere di questo genere di ricchezze e delle ricchezze sproporzionate in genere. Impresa certamente difficile ma di vitale importanza per garantire un futuro al nostro Paese, per il compimento delle quale non potremo certo fare il benché minimo affidamento sulla finta opposizione costituita dai cosiddetti centristi e dalla gran parte del Pd, ingranaggio essenziale a loro volta del sistema sciagurato che continua ad impedire al popolo italiano il minimo recupero della propria dignità da tempo e forse irrimediabilmente perduta.

Rimettersi al lavoro per attuare tale riscatto costituisce oggi un’urgenza insopprimibile, così come lo è quella di dare alla parola “resistenza” il suo reale significato: non attaccamento alla ricchezza mal guadagnata e al potere mal esercitato, ma impegno indefettibile per la garanzia dei diritti e della democrazia, due concetti quotidianamente maciullati dall’Occidente in declino sotto l’egida di Trump e dei suoi proconsoli.

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