Televisione

Goran Bregovic e Olly a Sanremo 2025: il musicista bosniaco e l’autore di Devastante cantano Il Pescatore di De Andrè

Una fusione tra la musica polifonica popolare dei Balcani, il tango e l’incursione martellante degli ottoni. Nulla inventato da lui, ma tutto molto ben rimasticato e riproposto con originalità

di Davide Turrini
Goran Bregovic e Olly a Sanremo 2025: il musicista bosniaco e l’autore di Devastante cantano Il Pescatore di De Andrè

Accidenti come passa il tempo. Goran Bregovic ha 74 anni. Lontani i tempi delle sarabande musicali nei film di Emir Kusturica. Lontanissime quando faceva da spalla ai Pooh nei live in giro per l’Italia. Il musicista bosniaco è uno di quelli che ha iniziato negli anni sessanta. Altro che guerra jugoslava. A casa sua, a Sarajevo, tirava ancora piena aria titina. Come per tutti gli artisti, l’estro è invisibile finchè non si sfregano corde musicali e lampade magiche. Per Goran l’appuntamento doveva essere la scuola delle belle arti, ma il carattere fumantino lo porta a diventare un vagabondo in t-shirt, basso e chitarra.

Negli anni sessanta cambia band come sfogliare petali di margherite e pesta i ritmi del folk slavo. Tutto cambia quando finisce nientemeno che a Napoli sul finire dei sessanta, il suo gruppo assorbe un paio di musicisti napoletani e quando i suoi Bijelo Dugme tornano in patria nei primi anni settanta, Bregovic &Co. diventano letteralmente il gruppo rock gitano più famoso della Jugoslavia. Tra il 1974 e il 1988 incidono tredici album e la loro fama sfonda i confini jugoslavi per affermarsi nell’intera Europa dell’Est, anche se in Russia per quei tossicissimi scoppiati musicisti non c’è spazio e passaporto per farli entrare. Nel 1984 ecco il primo seme che fa nascere una nuova collaborazione musicale e una nuova carriera.

Bregovic incontra di nuovo il regista Emir Kusturica che conosceva da tempo. Il regista aveva sfondato grazie ai film Ti ricordi di Dolly Bell? e Papà è in viaggio d’affari, ma ecco che nel 1988 con Il tempo dei gitani si presenta la possibilità di un nuovo film con l’innesto di un folk rock scatenato e irruento in colonna sonora. Il successo del film e del soundtrack, che contiene brani come Ederlezi eTalijanska, è dilagante.

Subito il ritmo bregoviciano diventa una sorta di marchio sonoro inconfondibile che con Kusturica fa il bis con Arizona Dream (1993) e soprattutto Undergroud (1995) film che vincerà la Palma d’Oro a Cannes. Bregovic offrirà i suoi servizi da compositore a decine di produzioni internazionali tra cui la pellicola La regina Margot di Patrice Chéreau. La miscela esplosiva portata avanti da Bregovic e dalle band che dirigerà e con cui suonerà in concerti per mezzo mondo è il risultato di una fusione tra la musica polifonica popolare dei Balcani, il tango e l’incursione martellante degli ottoni. Nulla inventato da lui, ma tutto molto ben rimasticato e riproposto con originalità.

Quando negli anni duemila si distanzia da Kusturica e diventa artista a tutto tondo esce l’anima matura del bosniaco uscito dalla guerra. “Sono cresciuto in un quartiere di Sarajevo dove il tempo era scandito dalle campane della vicina chiesa cattolica, da quelle della chiesa ortodossa e dalle invocazioni di preghiera del muezzin. Da allora tutta la mia vita e tutta la mia musica sono state segnate dalla ricchezza di questi diversi canti”, spiega nella sua biografia ufficiale. Bregovic vive da tempo a Parigi con la moglie e i figli. Assieme alla sua Weddding &Funeral Band duetterà a Sanremo 2025 con Olly nella sacra fischiettante e monumentale Il pescatore di Fabrizio De Andrè.

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