Dopo la nuova telefonata tra Donald Trump e Vladimir Putin che avvicina a una pace possibile e (di fatto) taglia fuori dalle trattative l’Europa, aumentano le fibrillazioni della Nato. Anche perché il presidente americano si è detto sostanzialmente allineato con Mosca sullo sbarramento per Kiev nell’Alleanza Atlantica. “C’è una convergenza“, ha dichiarato il segretario generale Mark Rutte cercando di rivendicare un ruolo attivo nella partita. “Tutti vogliamo la pace e che Kiev sia nella migliore posizione possibile quando i negoziati inizieranno. Vediamo come la situazione ora evolve passo dopo passo, l’Ucraina deve essere coinvolta nei negoziati di pace”. Intanto da Mosca il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov, sottolinea l’urgenza di finalizzare un vertice tra il leader americano e quello russo. Occorre organizzare “velocemente” un incontro tra i due, ha detto, perché “hanno molto di cui parlare”, ma al momento è “impossibile” fornire una data perché il lavoro per organizzare il vertice “comincerà in questi giorni”. Intanto da Mosca fanno sapere di essere aperti a continuare il “dialogo costruttivo” con il Vaticano sull’Ucraina. Artyom Studennikov, direttore del primo Dipartimento europeo del ministero degli Esteri, ha sottolineato che dall’inizio del conflitto la Santa Sede “ha seguito coerentemente una linea di giustizia ed equilibrio, facendo appello a una soluzione pacifica e dichiarando la sua disponibilità a contribuire a questo in ogni modo possibile”.
Chi vuole invece ritagliarsi un ruolo da pacificatore – ha sottolineato il Wall Street Journal – è la Cina, che ha espresso una chiara soddisfazione per il dialogo avviato tra Washington e Mosca: “Russia e Stati Uniti sono molto influenti. La Cina è soddisfatta di vedere rafforzare la comunicazione e il dialogo su una serie di questioni internazionali”, ha commentato il portavoce del ministero degli Esteri Guo Jiakun. Parlando più in generale dell’Ucraina, il portavoce ha osservato che Pechino ritiene che il dialogo “sia l’unica via d’uscita praticabile” ed è “impegnata a promuovere colloqui di pace”, ricordando che il presidente Xi Jinping aveva cercato colloqui e una soluzione politica fin dal “secondo giorno del conflitto” e che Pechino voleva mantenere la comunicazione con “tutte le parti”. Il Cremlino ritiene comunque prematuro parlare di un eventuale coinvolgimento della Cina nei colloqui: “Per ora non è possibile dire nulla sulla configurazione delle parti perché, ancora una volta, non ci sono stati ancora contatti sostanziali a livello operativo”, ha detto il portavoce di Putin, Dmitry Peskov.
Hegseth: “Nessun tradimento nei confronti dell’Ucraina” – Ma a fronte delle preoccupazioni di chi ritiene che la trattativa passi sopra la testa di Zelensky senza coinvolgere Kiev interviene, rassicurando, il segretario Usa alla Difesa Pete Hegseth, a margine della Ministeriale a Bruxelles. Nei confronti dell’Ucraina “non” si sta consumando “certo un tradimento – ha detto -. Come ho detto ieri ai nostri alleati, riconosciamo l’incredibile impegno profuso in molti anni. E nessun Paese, come ha sottolineato il presidente Donald Trump, ha assunto un impegno più grande per l’Ucraina di quello degli Stati Uniti d’America, pari a 300 miliardi di dollari”. Gli Usa, continua, “hanno investito nella stabilizzazione di quelle linee del fronte dopo l’aggressione della Russia. Si riconosce che il mondo intero e gli Stati Uniti hanno investito e sono interessati alla pace, una pace negoziata, come ha affermato il presidente Trump, fermando le uccisioni. Ciò richiederà che entrambe le parti riconoscano cose che non vogliono” riconoscere. “Ecco perché – prosegue – penso che il mondo sia fortunato ad avere il presidente Trump. Solo lui, in questo momento, potrebbe convocare le potenze per portare la pace. E questo è un segnale positivo. Il mio compito come segretario alla Difesa, lavorando a fianco della Nato, è quello di garantire che le capacità di difesa di questa alleanza siano quanto più forti e robuste possibile, per scoraggiare qualsiasi futura aggressione al continente. Questo è il nostro ruolo, essere leader nella Nato, ed è ciò che continueremo a fare”, conclude. E ha a ribadito che gli alleati della Nato dovranno arrivare a spendere “il 5% del Pil per la difesa”, un punto sul quale Trump insiste fin dal primo mandato. “Gli americani”, ha detto, “sono parte attiva” dell’Alleanza, “lo siamo stati e continueremo a esserlo. Ma se parliamo di spesa per la difesa, anche il 2% del Pil non è sufficiente. Il 3%, il 4% e, in definitiva, come ha affermato il presidente Donald Trump, il 5% della spesa per la difesa è fondamentale“.
Il piano di Trump per l’Ucraina – Kurt Volker, ambasciatore Usa alla Nato con George W. Bush e inviato speciale per l’Ucraina sotto la prima Amministrazione Trump, in un’intervista alla Stampa parla di tre punti: cessate il fuoco, deterrenza “per impedire a Putin di attaccare ancora in futuro” e condivisione degli oneri, perché “l’America vuole essere sicura che gli europei prendano il comando nella protezione dell’Ucraina in futuro”. E poi la stoccata sull’Europa, attaccata a più riprese da Trump nelle prime settimane di presidenza, dai dazi al budget militare. “Trump ritiene che l’Europa debba prendersi cura di sé stessa. È molto ricca, ha capacità tecnologiche. Il presidente ritiene gli Usa abbiano fatto troppo per il Vecchio Continente. E questo è il motivo per cui fu assai determinato nel pretendere il rispetto della quota del 2% di spese per la difesa in proporzione al Pil”.
Borrell: “Putin, Trump e Xi stanno delineando un nuovo ordine mondiale” – La configurazione politica che si sta delineando, per l’ex Alto Rappresentante Ue Josep Borrell, avviene in “uno dei momenti più critici della storia recente del mondo”. “L’avvicinamento di Trump a Putin, e di Putin con Xi Jinping, fa sì che questi tre personaggi stiano dettando una nuova visione del mondo, un nuovo ordine e una nuova suddivisione del potere tra di loro”, ha dichiarato alla tv pubblica spagnola. Borrell ha poi commentato nello specifico i movimenti del presidente Usa per aprire negoziati sull’Ucraina. “Trump ha iniziato cedendo tutto in cambio di niente, e questo porta verso una negoziazione profondamente squilibrata, in cui si taglia fuori la diretta interessata, cioè l’Ucraina, e i suoi principali alleati, ossia gli europei”, ha affermato. E ha aggiunto: “Ho la sensazione che se le cose continuassero così, l’8 maggio, nella sfilata sulla Piazza Rossa, vedremo insieme Putin, Xi e Trump. Il che sarebbe un’immagine storica”. Poi ha commentato anche i desiderata del presidente Usa per Gaza, che vorrebbe trasformare in una “riviera” espellendo tutti i palestinesi. Così, ha continuato Borrell, “sta annunciando che commetterà un crimine di guerra”. A detta sua, Trump si è mostrato infatti disposto a “espellere con la forza centinaia di migliaia di persone dalla loro terra, che lo è ancora nonostante sia distrutta, e che farà una pulizia etnica”.