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Scandalo nel labour di Starmer: insulti razzisti e antisemiti in una chat. Dopo il viceministro silurato, 11 consiglieri sospesi

Nei giorni scorsi la vicenda aveva già portato al licenziamento del vice alla Sanità Andrew Gwynne e all’avvio di un’azione disciplinare nei confronti del giovane deputato Oliver Ryan
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È tornato al potere da sette mesi, con la promessa di moralizzare la vita pubblica dagli abusi imputati ai precedenti governi Tory. Ma ora il partito laburista di Keir Starmer si trova al centro di un nuovo scandalo, con la sospensione di 11 consiglieri locali a seguito dell’imbarazzante vicenda emersa sui media che aveva portato al siluramento del viceministro Andrew Gwynne, numero due del ministero della Sanità e deputato di Gorton e Denton, e all’avvio di un’azione disciplinare nei confronti del giovane deputato Oliver Ryan. I due, a loro volta sospesi dal Labour, erano insieme a diversi esponenti locali della zona di Manchester in un gruppo WhatsApp chiamato Trigger Me Timbers, che includeva circa una dozzina di consiglieri e dirigenti del partito, e almeno un altro parlamentare. Una chat sulla quale sono stati espressi commenti antisemiti, razzisti e di pessimo gusto nei confronti di alcuni elettori. “Vili”, secondo il tabloid conservatore Mail on Sunday che ha fatto scoppiare il caso. Un portavoce del partito di maggioranza ha dichiarato che è stata avviata “un’indagine approfondita in linea con le regole e le procedure interne” promettendo azioni disciplinari rapide nei confronti delle persone coinvolte. Si tratta comunque di un nuovo scandalo per la compagine di Starmer dopo quelli costati già la poltrona a diversi ministri o viceministri negli appena 7 mesi trascorsi dalle elezioni di luglio.

I messaggi al centro dello scandalo – Secondo quanto riportato dal Mail on Sunday, Gwynne – che è stato sospeso anche dal gruppo laburista alla Camera dei Comuni – aveva espresso accenni antisemiti sul defunto psicologo americano Marshall Rosenberg, teorico della non-violenza, liquidato come “troppo ebreo” ed equiparato a un agente del Mossad. Aveva anche mandato un messaggio in cui auspicava la morte di una pensionata 72enne che gli aveva scritto protestando per l’inefficienza nella raccolta dei rifiuti nella sua zona, oltre ad offendere Diane Abbott, esponente della sinistra interna del Labour vicina all’ex leader Jeremy Corbyn e prima deputata di pelle nera nella storia del Regno, e scritto parole sessiste contro la stessa vicepremier attuale Angela Rayner. Una volta scoppiato il caso, Gwynne si è scusato in un post su X, parlando di “commenti mal giudicati”: “Ho servito – scrive – il Partito Laburista per tutta la vita ed è stato un grande onore essere nominato ministro da Keir Starmer. Comprendo perfettamente le decisioni prese dal Primo Ministro e dal partito e, pur essendo molto dispiaciuto di essere stato sospeso, li sosterrò in qualsiasi modo possibile”. “Il primo ministro – ha dichiarato un portavoce del governo – è determinato a mantenere elevati standard di condotta negli incarichi pubblici e a guidare un governo al servizio dei lavoratori. Non esiterà a prendere provvedimenti contro qualsiasi ministro che non rispetti questi standard, come ha fatto in questo caso”.

Anche Oliver Ryan, deputato di Burnley il cui ex datore di lavoro era proprio Gwynne, in una dichiarazione su X ha fatto mea culpa, sia per alcuni commenti, sia per non essere stato abbastanza “proattivo” nell’arginare i messaggi inopportuni che venivano fatti in chat. Nelle sue scuse, Ryan, diventato parlamentare a luglio, ha affermato di aver fatto parte del gruppo WhatsApp dal 2019 all’inizio del 2022, quando era consigliere a Tameside, nella Greater Manchester, e Gwynne era il suo parlamentare ed ex datore di lavoro. Secondo quanto riferito dal ministro per la sicurezza delle frontiere del Ministero dell’Interno Angela Eagle alcuni dei commenti contestati nel gruppo risalgono ad anni fa. I provvedimenti punitivi dimostrano che “comportamenti del genere non sono e non saranno tollerati”, hanno commentato Downing Street e figure di governo vicine a Starmer. Lo scandalo tuttavia resta, tanto più che – come scrive il Mail – altri esponenti governativi laburisti risultano fra i nominativi della chat incriminata.

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