Campi Flegrei, sciame sismico e terremoto di magnitudo 3.1: oltre 50 scosse. Sospese le lezioni in alcuni istituti

Uno sciame sismico è nuovamente in corso nell’area dei Campi Flegrei (Napoli). Oltre 50 le scosse registrate con una in particolare di magnitudo 3.1, ad una profondità di 2.7 chilometri avvertita in diversi quartieri della città. Il sisma è stato registrato alle 8,52 preceduta da una di 2.6 alle 8.32. I due eventi più forti rientrano in uno sciame che è iniziato alle 8,11 con una prima scossa di 1.1 e seguita, finora, da numerose scosse. Gli studenti dell’istituto Nitti nel quartiere di Fuorigrotta sono rimasti all’esterno della scuola in attesa che si completassero le verifiche per il loro ingresso in sicurezza. Stesse procedure anche al liceo Righi. Questi protocolli di cautela sono stati osservati anche a Pozzuoli: “Al momento ci sono verifiche in corso sul territorio da parte della Protezione civile regionale e della Polizia municipale” riferisce all’Adnkronos il sindaco Gigi Manzoni.
Convocata dal prefetto di Napoli, Michele di Bari, si è svolta una riunione del Tavolo di monitoraggio istituito in Prefettura, attivato a seguito delle scosse di terremoto che hanno interessato la zona flegrea. I sindaci interessati, le forze dell’ordine, i vigili del fuoco e la centrale operativa del 118 hanno riferito che non si registrano danni a cose e persone. Il dirigente scolastico dell’istituto alberghiero Rossini, che si trova nel nel quartierdi Bagnoli ha disposto, per la giornata odierna, la sospensione delle lezioni, così come altri 6 dirigenti scolastici di istituti di Pozzuoli . In via precauzionale è stata altresì disposta la chiusura dei siti del Parco archeologico dei Campi Flegrei in attesa delle verifiche di rito. La situazione, si sottolinea, è attentamente monitorata presso la sala operativa della Protezione civile della Prefettura, in costante contatto con tutti gli operatori istituzionali interessati.
Da mercoledì mattina, poco dopo le ore 8, sono state oltre 50 le scosse, la maggior parte molto deboli: solo 3 hanno superato una magnitudo pari a 2.0. “Lo sciame sismico in corso è strettamente correlato al fenomeno del sollevamento del suolo, che prosegue nell’area dei Campi Flegrei in modo costante dal 2005: finché continua il sollevamento – spiega Francesca Bianco, direttrice del dipartimento vulcani dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia. – dobbiamo aspettarci simili eventi sismici”. Il sollevamento del suolo ha raggiunto, a partire dal luglio dello scorso anno, una velocità di circa 2 centimetri al mese nella zona maggiormente interessata, che è il Rione Terra di Pozzuoli. “Il fenomeno non sta regredendo – commenta la ricercatrice dell’Ingv – e continuiamo anche ad osservare l’aumento delle anomalie geochimiche“. Il terremoto più forte, quello di magnitudo 3.1, è stato localizzato ad una profondità di quasi 3 chilometri nell’area di Solfatara e Pisciarelli, circa 5 chilometri a Est di Pozzuoli: come afferma Francesca Bianco, questa è proprio la zona interessata dalla maggiore attività legata alle fumarole, cioè il settore vulcanico più attivo della caldera dei Campi Flegrei per quanto riguarda il flusso delle emissioni gassose, e anche il più interessato dall’attività sismica recente. Nonostante sia stata registrata un’altra scossa di magnitudo 2.7 alle ore 11, la maggiore attività sismica sembra sia stata rilevata nella prima parte dello sciame sismico: “La parte più energetica dello sciame – dice Bianco – si è concentrata all’inizio, ma non possiamo fare previsioni”.
Gli autori della ricerca, guidati da Stefano Caliro, osservano che “un crescente rilascio di zolfo dalle fumarole è tipico dei vulcani quiescenti che attraversano una fase di possibile e graduale riattivazione”. La ricerca si è basata sulla raccolta sistematica di campioni e su analisi chimiche dei gas emessi dalle fumarole. I dati indicano che il crescente contenuto di zolfo si deve alla risalita del magma, che riscalda il sistema idrotermale superficiale e libera questo elemento intrappolato nei minerali. Il meccanismo, inoltre, è una delle cause della sismicità osservata nei Campi Flegrei negli ultimi anni. “Il crescente contributo magmatico nei gas – dice Giovanni Chiodini dell’Ingv di Bologna, tra gli autori dello studio – suggerisce una importante evoluzione nella dinamica del sistema vulcanico flegreo dal 2018″. ”
Nei giorni scorsi propri un nuovo studio degli scienziati dell’Osservatorio Vesuviano dell’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia, tra cui proprio Di Vito, ha fornito ulteriori elementi sul fenomeno bradisismico in corso ai Campi Flegrei. Nelle fumarole della solfatara dei Campi Flegrei è stato rilevato, a partire dalla fine del 2018, un aumento nelle concentrazioni di zolfo dovute ai gas prodotti dal magma in risalita nella crosta terrestre, tra i 9 e i 6 chilometri di profondità. Lo studio è stato pubblicato sulla rivista Nature Geoscience. I risultati dello studio, al quale ha contribuito l’Università di Palermo, “non implicano un’eruzione vulcanica imminente“, rileva l’Ingv in un comunicato, ma “sottolineano l’importanza di un monitoraggio continuo dell’area”.