Due nuove operazioni mirate: una granata che esplode in un grattacielo a nord di Mosca e fa una vittima eccellente, due raffinerie sotto attacco a Volgograd e Astrakhan. La prima è un vero e proprio attentato per uccidere Armen Sargsyan, fondatore del battaglione delle forze speciali ArBat impegnato a combattere contro i militari ucraini nella regione russa di Kursk. L’uomo si trovava in un appartamento al primo piano dentro un complesso residenziale nei sobborghi della capitale russa, quando è stato colpito – insieme alla sua guardia del corpo – dalla deflagrazione.
I media ucraini avevano subito dato per morto Sargsyan, mentre le agenzie russe in un primo momento avevano sostenuto che l’uomo fosse gravemente ferito e ricoverato in terapia intensiva. Circa due ore ore, citando i servizi medici, la Tass ha dichiarato che l’uomo è deceduto, così come l’uomo che aveva ingaggiato come guardiaspalle. La Ria Novosti spiega che dal 2015 Sarkisyan era inserito nel database del sito web ucraino ‘Peacemaker’ ed era stato dichiarato ricercato in Ucraina.
Oltre alle forze che combattono nel Kursk, infatti, era tra i fondatori delle milizie volontarie filorusse nel Donbass e presidente della Federazione pugilato nella regione di Donetsk. Secondo quanto riporta l’agenzia russa Tass, l’attentato a Sargsyan sarebbe stato “ordinato” e “attentamente pianificato”. Gli inquirenti stanno indagando sui mandanti e sul posto sono presenti i servizi segreti come ha riferito il portavoce del Cremlino, Dmitry Peskov.
Nelle stesse ore, in questo caso rivendicandolo, le forze armate ucraine hanno preso di mira due impianti di raffinazione in territorio russo. Lo Stato maggiore ha spiegato che i droni delle forze per operazioni speciali hanno colpito la raffineria di petrolio di Volgograd e l’impianto di lavorazione del gas di Astrakhan: “Questa notte, due aziende russe hanno ricevuto contemporaneamente la loro quota di sanzioni sui droni: la raffineria di petrolio di Volgograd (Lukoil-Volgogradnefteperebka) e l’impianto di lavorazione del gas di Astrakhan – ha affermato lo Stato maggiore di Kiev – Entrambi gli impianti interessati sono importanti produttori di carburante per l’esercito russo”.