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“Francesco De Gregori mi disse ‘smetti di farmi sentire le tue canzoni come fossero me**a, sono belle’. Lucio Dalla mi è apparso in sogno”: Angela Baraldi è tornata

La cantautrice con il nuovo progetto discografico dal titolo "3021", composto da 8 brani, ha voluto sperimentare, immaginando il suono dei pianeti e dello spazio

di Andrea Conti
“Francesco De Gregori mi disse ‘smetti di farmi sentire le tue canzoni come fossero me**a, sono belle’. Lucio Dalla mi è apparso in sogno”: Angela Baraldi è tornata

Amatissima da Lucio Dalla e poi da Francesco De Gregori, una grande passione per il cinema, sincera, schietta genuina, senza fronzoli e soprattutto con la voglia di vivere con i tempi giusti, senza fretta. Ascoltandosi. Sarà anche per questo che la cantautrice Angela Baraldi (Premio della Critica al Festival di Sanremo 1993 con “A Piedi Nudi”) ci ha messo otto anni per tornare con il nuovo progetto discografico dal titolo “3021”, composto da 8 brani scritti dalla stessa artista e attrice e composti insieme a Federico Fantuz. A fare da filo conduttore è un percorso sonoro in cui, liberandosi dalle sovrastrutture, la cantautrice ha voluto sperimentare, immaginando il suono dei pianeti e dello spazio.

E quindi grazie Francesco De Gregori?
Eh sì. Mi ha dato la possibilità di far uscire il disco con la sua etichetta Caravan. Un disco che probabilmente, se non ci fosse stato lui, avrebbe fatto molta fatica venire alla luce perché non contiene le solite sonorità che abitualmente ascoltiamo in questo periodo dalle radio.

Coraggiosa?
Mi sono un po’ buttata nel vuoto senza paracadute e diciamo che l ‘atteraggio è stato morbido.

Come nascono questi brani?
La maggior parte tra il 2022 il 2023.

Un lungo lasso di tempo, quasi una rarità…
Perché nel frattempo volevo lavorare, fare altri progetti,sono anche attrice e quindi ci ho messo tanto anche per questo motivo, ho bisogno di lavorare nel frattempo.

Fino a che è arrivato De Gregori?
Sì e mi disse ‘smetti di farmi sentire le tue canzoni come fossero merda, sono belle’. Sono qui grazie a lui.

Cosa ti ha detto poi?
Scrivi le canzoni, finisci questo disco e poi ne riparliamo. Ho tribolato un po’, ma ce l’abbiamo fatta.

Però otto anni sono davvero tanti. Perché ti sei assentata?
Ho scritto un pezzo all’anno praticamente (ride, ndr). In realtà c’è stata la pandemia di mezzo che mi ha impanicata, proprio perché ho avuto questa sensazione di perdita del mondo, ma anche di quello che mi circondava, come i club dove abitualmente suonavo, che erano chiusi.

Poi cosa è successo?
Ho aspettato che finisse l’alta marea e quando è finita effettivamente mi sono accorta che lo il mondo era completamente cambiato. Questa cosa mi ha creato un po’ di problemi perché sentivo che la mia musica era diversa, poi mettiamoci anche il fatto che io sono molto lenta nella scrittura.

Perché la dedica a Roma in “Bellezza Dov’è”?
Perché Roma è piena di cose bellissime che non sempre riesce a cogliere perché appunto è una metropole. Ha questo aspetto totale di inclusività, c’è un ‘umanità pazzesca che Bologna non ha perché è una città molto piccola e più strati sociali.

Lucio Dalla invece appare in “Cosmonauti”. Ti manca di lui?
Molto. Mi è apparso in un sogno che ho fatto dopo pochi mesi che è morto. Purtroppo, come molti suoi amici, nessuno di noi è riuscito a salutarlo perché ci ha lasciato in maniera improvvisa e quindi è stato molto doloroso perderlo in questo modo. Questo sogno mi ha, un po’ liberato da questo dolore.

Cosa accadeva in questo sogno?
Viaggiavamo su una navicella spaziale, sorvolando il Grand Canyon, in mezzo a tanti colori. E lui si divertiva un mondo nella discesa in picchiata per poi tornare in cielo. Ed urlava ridendo: “Non ti schianti, non ti schianti!”. È un sogno che mi ha tolto molte delle paure che avevo e ha alleviato il dolore di averlo perso.

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