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“Mi sono finta morta con sopra i corpi massacrati del 7 ottobre. Sono sopravvissuta”: Yuval Raphael rappresenterà Israele all’Eurovision Song Contest 2025

La cantante ha raccontato tutti i dettagli di quella orribile esperienza

di F. Q.
“Mi sono finta morta con sopra i corpi massacrati del 7 ottobre. Sono sopravvissuta”: Yuval Raphael rappresenterà Israele all’Eurovision Song Contest 2025

Israele ha incoronato la 24enne Yuval Raphael, sopravvissuta all’attacco di Hamas al festival musicale Nova, per rappresentare il Paese all’Eurovision Song Contest 2025. Raphael, 24 anni, ha vinto il reality “Hakochav Haba (Rising Star)” mercoledì sera, ottenendo i voti più alti da parte dei giudici e del pubblico, e gareggerà nel concorso canoro di Basilea, in Svizzera, che prenderà il via il 13 maggio. La canzone che canterà dovrebbe essere selezionata a marzo. La sua storia ha commosso tutti: l’artista il 7 ottobre 2023 si è nascosta per sette ore in un rifugio fingendosi morta con addosso una pila di corpi delle persone assassinate da Hamas. Quaranta giovani sono entrati nel rifugio all’inizio del massacro e solo dieci ne sono usciti vivi.

“Devo la mia vita a quei ragazzi che non potevano più proteggere se stessi perché erano stati uccisi, ma con il loro corpo hanno salvato me – ha detto – , come forma di terapia per me stessa e obbligo, durissimo, doloroso. Quando i razzi lanciati da Gaza hanno cominciato a cadere nella foresta di Reem dove si teneva il rave siamo scappati. Abbiamo sentito gli spari, pensavamo che fosse l’esercito, ma non erano loro. Io e le mie amiche siamo entrate in una struttura protetta, ma senza porta, io ero proprio in fondo, vicino a me c’era un ragazzo e accanto due mie amiche. Mentre intorno si sentivano i colpi di kalashnikov, altre persone sono arrivate di corsa dentro il rifugio. La pressione dei corpi era insopportabile. Sono arrivati i terroristi e hanno sparato. Poi sono tornati di nuovo e ancora. Ogni volta uccidevano altre persone, sono tornati sei, sette volte”.

Al telefono il padre ha cercato di darle un consiglio: “Yuvali, Yuvali, nasconditi sotto i cadaveri”, le ha detto. “Mi sono nascosta sotto un corpo, era ricoperto di sangue, mi sono sporcata con quel sangue. C’era un mare di corpi sopra di noi, non riuscivo a respirare – ha ricordato la cantante -. Ero intrappolata, ho assistito a orrori indicibili: amici e sconosciuti sono stati feriti e uccisi davanti ai miei occhi. Quando i corpi sono crollati su di me, sulle mie amiche, ho realizzato che davvero nascondermi sotto di loro era l’unico modo per sopravvivere all’incubo”.

Quel giorno terribile più di 350 giovani sono stati uccisi dai miliziani di Hamas e della Jihad islamica. Le immagini hanno mostrato cumuli di cadaveri, dovunque, in quella foresta di eucalipti scelta come scenario per il festival musicale. Donne bruciate, profanate. Giovani senza vita abbandonati per terra davanti agli occhi smarriti dei soccorritori, arrivati troppo tardi.

Delle oltre 45 persone corse nel bunker antiaereo, solo 11 ne sono uscite vive. Ho passato sette ore in quell’inferno, non potevo muovermi – ha ripetuto Yuval riferendo ogni dettaglio -, il rifugio era così piccolo, con così tante persone stipate, non c’era posto per poggiare i piedi. Per uscire ho dovuto camminare sui morti”. Lei e le sue amiche sono state salvate dal padre e dal fratello di una delle ragazze, mentre intorno ancora non si capiva se quell’assalto spaventoso fosse finito o se i terroristi fossero ancora in giro.

Yuval ha cantato “Dancing Queen” degli Abba in versione ballad, dedicandola a “tutti gli angeli” che sono stati assassinati al festival: “La musica è una delle cose più importanti nel mio processo di guarigione”, ha concluso.

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