“Le piattaforme di psicologia online tracciano i propri utenti mentre fanno le sedute di terapia”. Questa la tesi dell’inchiesta “Tracciamenti”, una delle quattro finaliste del Premio di giornalismo investigativo Roberto Morrione 2024, realizzata da Francesca Cicculli, Edoardo Anziano e Roberta Lancellotti. L’inchiesta, andata in onda su RaiNews24 e ora disponibile su RaiPlay, è focalizzata sui dati dei pazienti delle sedute di telepsicologia. Attraverso l’utilizzo di strumenti di analisi, il lavoro dei tre giornalisti sostiene che le società finiscano per monitorare l’attività dei pazienti, in alcuni casi rendendo i dati disponibili a scopo pubblicitario. “Tracciamenti” cita anche alcune piattaforme come Serenis e Unobravo e spiega che tutto si basa sul funzionamento dei cosiddetti cookie di terze parti, strumenti che, come spiega Claudio Agosti, hacker etico di Hermes Centre, “assegnano un codice identificatore unico agli utenti, rendendo possibile la creazione di profili dettagliati”.

Ma cosa può accadere con questi dati? Stefano Rossetti, avvocato del gruppo NYOB, descrive nella videoinchiesta un sistema in cui le informazioni raccolte vengono processate da data broker, che le rivendono agli inserzionisti. Questo, dice il legale, crea un rischio tangibile: “Un datore di lavoro totalmente pazzo che acquistasse questi dati potrebbe decidere di escludere candidati che frequentano siti di assistenza psicologica”. Gli utenti, poi, accettano i termini di servizio spesso senza leggere le lunghe informative sulla privacy. Il consenso, secondo Rossetti, è quindi di fatto “non informato”. Il problema, conclude l’avvocato, “non è il trattamento dei dati in sé, ma il loro utilizzo per fini commerciali non dichiarati”.

Osservazioni respinte con forza all’interno dell’inchiesta da Danila De Stefano, Ceo di Unobravo, che ha difeso la propria azienda sostenendo che i dati raccolti sono anonimi: “Io non sto condividendo il nome di un paziente, quindi è impossibile connetterlo di fatto con quale persona ha compilato il questionario. È un numero”. Parte proprio da qui “l’hacker etico” Agosti per presentare un rischio: “Questi identificatori unici possono acquisire valore poiché utilizzati continuamente”. Anche durante le sessioni di terapia, inoltre, le piattaforme finiscono per fornire anche informazioni a colossi tecnologici come Facebook, Google, Microsoft, LinkedIn e TikTok.

Edoardo Anziano, uno degli autori dell’inchiesta finalista al premio Morrione, ha spiegato alla testata Scomodo che “la necessità di maggiore trasparenza e regolamentazione emerge come tema cruciale. L’auspicio è che anche gli stessi utenti oppure associazioni che si occupano di tutela della privacy dei consumatori in massa possano iniziare delle proprie campagne per chiedere formalmente che questo tipo di tracciamento non venga effettuato nel caso in cui non sia strettamente necessario”.

RICEVIAMO E PUBBLICHIAMO
“In merito all’articolo pubblicato l’11 gennaio 2025, dal titolo “Così le piattaforme di psicologia online tracciano i propri utenti”: l’inchiesta “Tracciamenti” finalista al premio Morrione, Unobravo e Serenis prendono fermamente le distanze dalla narrativa presentata e precisano che il trattamento dei dati dei propri utenti è svolto nel pieno rispetto della normativa applicabile e a tutela della privacy.
In particolare, il contenuto presenta una narrazione sensazionalistica, che vuole fare leva sulla limitata conoscenza del pubblico di temi tecnici e molto complessi legati alla gestione di cookie, dati sensibili e dati particolari (come definiti dalla normativa europea GDPR), confondendo deliberatamente strumenti di tracciamento standard con la gestione dei dati sensibili dei pazienti, al fine di creare la percezione di un utilizzo illecito e poco trasparente di informazioni personali, cosa che assolutamente non avviene.
Unobravo e Serenis si dissociano dai contenuti e dalle conclusioni di questo articolo e dell’inchiesta, che diffondono timori infondati e, fatto ancor più grave, minano la fiducia nei confronti di servizi di supporto psicologico seri, regolamentati e impegnati nella tutela della privacy dei propri utenti. Reiteriamo con assoluta chiarezza che nessun dato sensibile dei nostri pazienti viene condiviso o ceduto a terzi, tantomeno a fini commerciali, tantomeno durante le sedute.
Unobravo e Serenis si riservano di intraprendere tutte le azioni necessarie per tutelare la propria reputazione e garantire una corretta informazione, contrastando la diffusione di contenuti falsi o intenzionalmente distorti.”

Prendiamo atto della replica, ci limitiamo a sottolineare che l’articolo non fa altro che riprendere i contenuti dell’inchiesta “Tracciamenti” andata in onda sulla RAI e finalista al premio Morrione.
La redazione

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