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Ottavia Piana fuori dalla grotta in tre o quattro ore: la speleologa immobilizzata su una barella per risalire in superficie

Il presidente della Società speleologica italiana: "Queste esplorazioni rappresentano un contributo fondamentale alla mappatura del sottosuolo e all’analisi di risorse vitali come l’acqua che beviamo"
Ottavia Piana fuori dalla grotta in tre o quattro ore: la speleologa immobilizzata su una barella per risalire in superficie
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Si trova ancora dentro la grotta Abisso Bueno Fonteno, nel Bergamasco, e secondo le stime del Soccorso Alpino e Speleologico Ottavia Piana, speleologa bresciana di 32 anni, potrà uscire entro circa 3/4 ore. “L’ultimo tratto”, hanno fatto sapere in serata, “è stato percorso più velocemente del previsto, grazie ai tratti disostruiti in precedenza e per la valutazione dei sanitari di evitare soste prolungate. Lo stesso tratto, lo scorso anno durante l’intervento, era stato percorso in circa 12 ore. Si tratta di una stima soggetta alle condizioni sanitarie dell’infortunata”.

Il personale sanitario intanto sta costantemente monitorando le sue condizioni, che restano stabili. Le comunicazioni tra l’esterno e l’interno della grotta sono garantite da un cavo telefonico che i soccorritori hanno posizionato lungo tutto il percorso delle operazioni di soccorso.

Alle 8 di questa mattina i soccorritori con la barella hanno terminato il percorso nel ramo secondario della grotta – non esplorato – per ora ritrovarsi nella parte conosciuta, da cui occorrono circa 2 ore per giungere al ramo principale, e altri 30 minuti per giungere all’uscita. Le tempistiche di movimento sono scandite da un’ora e mezza di trasporto e un’ora di pausa per fornire assistenza sanitaria all’infortunata. Fino a questo momento sono stati impegnati 126 tecnici del Soccorso Alpino e Speleologico che hanno formato 5 squadre di soccorso: alcune dedicate al trasporto della barella, altre ad anticiparne il passaggio provvedendo a disostruire dei tratti che successivamente potrebbero risultare problematici – anche con l’utilizzo di piccole cariche esplosive. L’ingresso della sesta squadra è previsto per questa sera, quello della settima domani. I tecnici sono provenienti da Lombardia, Campania, Emilia-Romagna, Liguria, Piemonte, Trentino-Alto Adige, Toscana, Umbria e Veneto. È anche previsto l’arrivo di ulteriore personale dalla Sardegna.

“Le condizioni di salute di Ottavia Piana sono stabili: è costantemente seguita da un medico e un infermiere. È trasportata con una barella speciale agganciata in orizzontale alla teleferica e contiamo di portarla in salvo entro mercoledì”, ha confermato Luca Longo, uno dei soccorritori in azione nell’enorme grotta che si trova tra i laghi d’Iseo e di Endine e che è buona parte inesplorata. Proprio Ottavia Piana, assieme ai colleghi, stava mappando una zona nuova quando è rimasta vittima dell’infortunio. La trentaduenne sta bene, ma è sconsolata per l’accaduto, tanto da aver voluto spiegare che non intende più mettere piede in una grotta: al di là delle ferite riportate nell’incidente – sicuramente fratture facciali e problemi alle vertebre e alle costole, oltre che a un ginocchio – ai due medici che l’hanno raggiunta fin dalle prime ore dopo l’infortunio ha spiegato di voler abbandonare la speleologia. Già lo scorso luglio 2023 era rimasta bloccata all’interno della stessa grotta, più o meno nella stessa zona. Dopo quell’infortunio – per il quale erano servite 48 ore di tempo perché venisse riportata fuori – aveva comunque ripreso l’attività di speleologa.

Oggi l’importanza del suo lavoro è stata ribadita anche dal presidente della Società speleologica italiana, Sergio Orsini: “Queste esplorazioni non sono solo un’impresa sportiva, ma rappresentano un contributo fondamentale alla mappatura del sottosuolo e all’analisi di risorse vitali come l’acqua che beviamo – ha detto -. L’operazione di salvataggio è affidata alle mani esperte dei medici e dei volontari del Corpo nazionale di soccorso alpino e speleologico, un’organizzazione che ha già dimostrato innumerevoli volte la sua straordinaria competenza. A nome della Società Speleologica Italiana Ets esprimiamo il nostro sostegno e rivolgiamo un sentito augurio per il successo di questa operazione”.

All’interno della grotta sono presenti una ventina di soccorritori, che si alternano nel trasporto della barella e nelle attività di disostruzione dei meandri più stretti, che vengono aperti non tramite l’utilizzo delle microcariche esplosive, ieri portate nella grotta dai vigili del fuoco, ma di specifici martelli demolitori. Ottavia viene nel frattempo riscaldata grazie a una particolare tuta detta ‘piovra’ che, grazie a una cella a carbone e a un ventilatore a batteria, fa girare aria calda nei quattro ‘tentacoli’ posizionati sugli arti. Viene inoltre alimentata con dei prodotti energizzanti. A collaborare con il personale del Soccorso alpino sono anche gli 8 colleghi di Piana che, assieme a lei o comunque nei momenti precedenti, erano stati nella grotta di Fonteno: stanno fornendo indicazioni utili a ricostruire gli spazi all’interno della labirintica grotta. Sono intanto emersi alcuni dettagli sulla dinamica dell’incidente, avvenuto attorno alle 18 di sabato, quando Ottavia Piana stava risalendo una forra (ovvero una profonda gola a pareti verticali, nella quale scorre un corso d’acqua sotterraneo) quando, per un chiodo che ha ceduto o per una roccia più friabile, ha perso l’appiglio ed è precipitata all’indietro, atterrando di schiena.

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