La legge di Bilancio prevede l’eliminazione della ricetta bianca, utilizzata per la prescrizione di farmaci di fascia C, in forma cartacea: sarà convertita in formato elettronico. L’articolo 54 della manovra stabilisce che questa tipologia di ricetta, per i medicinali a pagamento, diventi dematerializzata, come già avvenuto per la ricetta rossa, necessaria per i medicinali di classe A il cui costo è coperto dallo Stato.
La novità, sottolinea Repubblica, arriva mentre il sistema di generazione dell’Nre (Numero Ricetta Elettronica) visibile a tutti i farmacisti, gestito da Sogei, è soggetto a diversi problemi e interruzioni. In particolare, il servizio è stato in tilt anche per un’ora e mezza, a partire dalle 15, con episodi di blocco registrati il 4, 5 e 6 novembre e anche ad ottobre. In queste circostanze, i medici sono stati costretti a tornare alla compilazione manuale delle vecchie ricette rosse.
Ora, anche le ricette bianche entreranno nel sistema, con l’obiettivo, spiegano le autorità, di “potenziare il monitoraggio dell’appropriatezza prescrittiva nonché garantire la completa alimentazione del Fascicolo Sanitario Elettronico, tutte le iscrizioni a carico del cittadino sono effettuate nel formato elettronico”. Dal prossimo anno, il promemoria sulla disponibilità della ricetta nel fascicolo sanitario elettronico verrà dunque inviato via mail, come molti medici fanno già oggi.
Il passaggio obbligato dovrà però fare i conti con la realtà, in termini di efficienza delle reti e stabilità delle connessioni, oltre che con le peculiarità dell’assistenza medica. Il presidente della Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e Odontoiatri (FNOMCeO), Filippo Anelli, commenta: “Gli strumenti elettronici devono rappresentare un ausilio per il medico e per la qualità dell’assistenza, in quanto migliorano la modalità della trasmissione delle ricette alla farmacia. Il problema è se siamo pronti per farlo, e se le reti di supporto tengono”. Insomma: “Dovremmo evitare che si appesantisca il lavoro dei sanitari potenziando la struttura elettronica”, ha detto riferendosi all’uso più massiccio della rete che sarà richiesto quando tutte le ricette dovranno essere dematerializzate. “Si pone il tema della domiciliarità, perché ci sono luoghi del Paese nei quali le linee elettroniche non sono stabili o non presenti affatto. Per questo, se da un lato la ricetta elettronica è uno strumento utile, dall’altro è necessario fare i conti con le peculiarità dell’assistenza”.
La Federazione nazionale dei titolari di farmaci italiani dichiara piena apertura delle farmacie alle ricette elettroniche, ma ribadendo che vanno studiate misure per garantire comunque un servizio nelle situazioni in cui si verificano problemi di connessione.
L’estensione della ricetta elettronica a tutte le prescrizioni, incluse quelle bianche che finora erano cartacee “è stata una misura condivisa con i medici per diminuire il carico di lavoro amministrativo. E quindi io credo che sia stato utile farlo. Verificheremo poi se i sistemi, come crediamo, sono in grado di reggere all’incremento di questo tipo di applicazione” ha affermato il ministro della Salute, Orazio Schillaci, rispondendo alle perplessità dell’Ordine nazionale dei medici sulla tenuta dei sistemi informatici di supporto.