Uno dei tre indagati per la morte di Liam Payne, che è deceduto il 16 ottobre scorso, buttandosi dal terzo piano del suo albergo di Buenos Aires, si è fatto intervistare dalla tv locale Telefe Noticias. I tre sono accusati per i reati “di abbandono di persona seguito dalla morte, fornitura e favoreggiamento di stupefacenti”.
Il cameriere argentino Braian Nahuel Paiz ha raccontato la sua versione dei fatti, assai probabilmente concordata con gli avvocati per la linea difensiva. Paiz è sospettato di essere lo “spacciatore” di Payne ed ha confermato di aver incontrato il cantante nel suo hotel due volte. Il 24enne ha affermato di aver incontrato Payne – in compagnia con degli amici – per la prima volta al ristorante dove lavorava. Lì i due si sarebbero scambiati i numeri di telefono.
“Ci siamo scambiati i numeri e ci siamo visti più tardi quella sera. – ha continuato – Era tutto normale. È sceso dalla sua stanza d’albergo per prendermi perché mi ero perso. Mi ha portato in camera sua e mi ha fatto ascoltare un po’ della musica che avrebbe voluto pubblicare. Quando è arrivato al ristorante dove lavoravo era già sotto l’effetto della droga e non ha mangiato nulla. Abbiamo trascorso tutta la sera assieme, Liam sniffava cocaina mentre fumava marijuana. Abbiamo preso un po’ di droga insieme, ma non gliel’ho mai data né ho accettato soldi. In realtà, c’è stato qualcosa di più intimo. Non è stato per niente aggressivo, si è comportato davvero bene con me, è stato dolce. Mi ha chiesto se stavo bene”.
I primi referti tossicologici hanno portato alla luce che l’ex cantante dei One Direction aveva nel suo corpo diverse sostanze stupefacenti. L’ufficio del pubblico ministero locale sta attualmente indagando sulla sua morte.