Via libera a tutti i commissari, nonostante 23 su 26 siano dovuti passare da un secondo turno di valutazioni, e rottura totale all’interno della commissione giuridica (JURI) del Parlamento europeo. Che il clima tra gli eurodeputati chiamati a valutare i possibili conflitti d’interessi o ineleggibilità legati alla situazione finanziaria dei candidati fosse teso lo si era capito già al primo turno, quando proprio The Left aveva tenuto una conferenza stampa nella quale criticava le metodologie di verifica, considerate troppo vincolanti per gli eurodeputati. Giovedì 10 ottobre si è così arrivati alla rottura: The Left e i Verdi hanno abbandonato la commissione JURI in polemica “contro la decisione del Presidente e dei grandi gruppi di graziare tutti i Commissari nonostante i palesi conflitti d’interesse e le nostre richieste di ulteriori spiegazioni”.
“La verifica sui conflitti d’interesse finanziari dei commissari europei designati da parte della commissione giuridica del Parlamento europeo si è trasformata in una pagliacciata – ha poi spiegato l’europarlamentare M5S e coordinatore di the Left in JURI, Mario Furore, motivando così la scelta del gruppo – L’obiettivo della maggioranza era quello di approvare tutti i candidati e di chiudere un occhio persino sui più flagranti conflitti. L’esito era predeterminato e in segno di protesta, insieme agli europarlamentari dei Verdi, abbiamo appena abbandonato l’aula. Non è serio lavorare così”. Furore continua spiegando che “le domande formulate ai Commissari (rivelate in esclusiva da Ilfattoquotidiano.it insieme alle risposte, ndr) erano vaghe e non rispondevano a una procedura davvero trasparente. I grandi gruppi come Ppe, Socialisti e Renew non hanno nemmeno accettato di formulare delle raccomandazioni specifiche ai Commissari”, conclude Furore.
Appena una settimana fa, la stessa commissione JURI aveva fatto registrare un numero record di rinvii alla seconda audizione. Solo tre commissari designati su 26, l’olandese Wopke Hoekstra, il polacco Piotr Serafin e l’ungherese Olivér Várhelyi, erano stati ammessi alla successiva verifica da parte delle commissioni competenti, in programma dal 4 al 12 novembre. E tra i corridoi di Bruxelles c’era già chi temeva bocciature a raffica, tanto da chiedersi se il motivo di tanti rinvii fosse legato a profili particolarmente incompatibili con l’incarico o a una maggiore severità degli eurodeputati. Niente di tutto ciò, dato che alla fine tutti hanno strappato il via libera per l’esame delle commissioni di competenza.