“Se continuiamo a non intenderci, se continuiamo a distruggere anche quei pochi luoghi in cui una trattativa potrebbe avviarsi, se continuiamo a massacrare quegli istituti internazionali pensati anche dai padri fondatori d’Europa e finalizzati a una giuridicizzazione dei conflitti politici, se continuiamo coi drammatici fraintendimenti che costano migliaia di morti, prima o poi la cosa scoppia, perché è inevitabile che una reazione nucleare non controllata prima o poi faccia boom”. È l’allarme lanciato dal filosofo Massimo Cacciari, intervenuto col cardinale Matteo Maria Zuppi, arcivescovo di Bologna e presidente della Conferenza episcopale italiana, all’ultima edizione del Festival della politica a Mestre.
Cacciari si sofferma su un lungo excursus storico dei conflitti che preoccupano il mondo, da quello in Medioriente alla guerra tra Russia e Ucraina, non risparmiando staffilate severe all’Unione Europea: “Si deve ragionare, si devono individuare gli interessi in gioco e si deve cominciare a trattare su tutti i conflitti in atto. Questo dovrebbe essere il mestiere dell’Europa. Vogliamo continuare con l’escalation? Vogliamo continuare a vedere chi avanza di 10 chilometri e chi arretra di cinque? Per quanto tempo vogliamo continuare così, prima che capiti magari, senza che nessuno lo voglia, la Sarajevo o l’errore fatale?“.
E aggiunge, ricordando che “la guerra più pericolosa”, cioè quella tra Russia e Ucraina, “si sta combattendo in Europa”: “Dobbiamo muoverci e spingere perché i nostri governi e l’Europa assumano finalmente una direzione di marcia coerente con tutto ciò che sta a fondamento del grande progetto di unità politica europea partito dopo due guerre mondiali grazie alle quali noi europei abbiamo distrutto il mondo – spiega – perché non dimentichiamoci che noi europei siamo stati gli artefici di due guerre mondiali. Abbiamo anche questa responsabilità storica. Quindi, non possiamo essere nuovamente gli artefici di una terza catastrofe. Vogliamo scherzare? Vogliamo che un’altra guerra civile europea produca una guerra mondiale? Deve entrare in funzione l’arte politica”.
Il filosofo invoca le basi fondanti della Ue: “Tutto quello che stiamo dicendo è scritto nel dna dell’Europa quando si comincia a parlare di unità politica europea, questa è la cultura politica della nostra Costituzione, la cultura politica che sta alla base della costruzione dell’unità politica europea. Noi ci stiamo giocando questa cultura nel senso antropologico del termine, stiamo assumendo una posizione di inevitabilità, stiamo seguendo questi conflitti e queste escalation, proprio come si seguivano i bollettini dei giornali durante la Prima Guerra Mondiale“.
E ribadisce: “Dobbiamo svegliarci, l’Europa nel suo insieme ne ha tutte le possibilità: domani, dopodomani, tra 10 giorni può aprire un tavolo di trattative a Ginevra, a Vienna o a Parigi. E voglio vedere se i paesi coinvolti non vengono. Perché non si fa questo?”.
Cacciari denuncia anche l’assenza delle Nazioni Unite nei processi di mediazione in Medioriente (“Vi rendete conto che le Nazioni Unite non esistono? E se il segretario dell’Onu apre bocca, viene vilipeso“) e sottolinea: “Ormai è una debacle. Durante e dopo la Guerra Fredda, le politiche internazionali europee e quelle dei nostri governi erano attive . Esisteva una politica, esisteva sempre il tentativo di intervenire con delle proposte di fronte a una crisi internazionale. Questa è l’Europa che dobbiamo rifare e che dobbiamo far parlare, se vogliamo che da fraintendimento a fraintendimento, da ignoranza a ignoranza, da incapacità a incapacità, da impotenza a impotenza, non si giunga al boom – continua – perché così avviene, è fisiologico. La reazione nucleare o è controllata oppure esplode: questa è legge fisica e a un certo momento la politica diventa fisica, così come è prima di tutto una medicina preventiva”.
Il filosofo evidenzia le responsabilità europee nella guerra nei Balcani e chiosa: “La prima espressione dell’incapacità politica europea è stata quella che dopo la caduta del muro di Berlino, non ha previsto che nei Balcani scoppiassero tutti i nazionalismi che erano stati tenuti sotto dalla dittatura. Era la cosa più prevedibile del mondo. E tu Europa, dov’eri? Perché non sei stata presente? Perché non sei intervenuta subito? E la vicenda dell’Ucraina – conclude – è ancora più clamorosa. Sembra che la guerra sia cominciata due anni fa, ma in realtà era in atto una sanguinosissima guerra civile almeno dal 2014, erano armati da una parte e dall’altra. Ma vogliamo scherzare?”.