Dopo l’impresa nei quarti di finale contro Elena Rybakina, non si ferma la favola di Jasmine Paolini a Parigi. L’azzurra conquista una storica finale al Roland Garros superando la 17enne russa Mirra Andreeva, astro nascente del tennis mondiale, con il punteggio di 6-3 6-1. Per la toscana è la prima finale Slam, assolutamente inaspettata e impronosticabile alla vigilia. Un appuntamento che arriva nove anni dopo l’ultimo atto tra Roberta Vinci e Flavia Pennetta agli Us Open, e a dodici dall’ultima finale parigina di un’italiana con Sara Errani nel 2012. In totale al Roland Garros è la quarta finale azzurra, due con Francesca Schiavone (2010 e 2011) e una, appunto, con la Errani. Paolini compie un altro grandissimo balzo in classifica. Da lunedì 10 giugno sarà almeno numero 7 del mondo, mentre nella Race è addirittura al quinto posto. In caso di titolo invece salirebbe al numero 5 del ranking Wta.

La crescita di JP e il riflesso sul movimento – Poteva subire la pressione, farsi sopraffare dal peso di un’occasione che potrebbe non presentarsi più in carriera, e invece Paolini si è goduta il momento memorabile, cavalcando il flusso positivo delle emozioni. Una partita giocata con una grande personalità e mettendo di fronte tutta l’esperienza maturata in questi anni di lavoro e sacrificio, amarezze e crescita. La tensione è stata gestita, controllata, non limitante. Il Roland Garros 2024 si presenta ora come una grande occasione per il tennis femminile italiano. Indipendentemente dall’esito della finale di sabato 8 giugno infatti, l’exploit della Paolini potrebbe diventare la svolta che serviva per ridare slancio a un movimento che, dopo l’epoca d’oro di Schiavone, Pennetta, Errani e Vinci, si era perso. Il punto di partenza per creare una nuova generazione di azzurre vincenti o dedite a frequentare i piani alti del tennis mondiale.

Il periodo d’oro del tennis azzurro – Un risultato quello della Paolini che si lega anche a quelli che l’Italia sta ottenendo in ogni torneo Parigi, dalla semifinale del doppio femminile alla finale del doppio maschile raggiunta da Simone Bolelli e Andrea Vavassori, fino alla semifinale di Jannik Sinner e alla sua conquista del numero 1 del mondo. Adesso per l’azzurra manca solo l’ultimo passo, quello più difficile: battere la numero 1 del mondo Iga Swiatek per riportare un’italiana sul tetto del Roland Garros quattordici anni dopo il successo della Schiavone. Ci sarà bisogno di un miracolo forse, ma arrivati a questo punto, perché fermarsi e smettere di sognare?

Il primo set: inizio contratto, finale solido – Come era pronosticabile, l’inizio è caratterizzato da molta tensione. Soprattutto la Paolini, chiamata a gestire situazioni delicate nei primi due turni di servizio. Piccole incertezze che però servono all’azzurra per scrollarsi un po’ di ansia da dosso, e così arriva anche la sua prima palla break. A segno. Il rovescio della 17enne russa finisce in rete. La reazione di Andreeva è immediata e porta a tre chance per recuperare lo svantaggio. Vengono tutte annullate grazie a due errori della rivale e a un doppio nastro fortunoso, prima di allungare: 4-1. L’inerzia sembra aver preso una direzione ben precisa, ma le insidie rimangono, anche nei momenti più “tranquilli”. Sul 4-2 l’azzurra si fa recuperare da 40-0 e d è costretta a salvare altre due palle break. Andreeva tiene con personalità e si regala un’ultima occasione per riaprire il primo set, ma Paolini continua ad essere propositiva e non trema. Il suo servizio è preciso, la risposta della russa fuori: 6-3 Paolini.

L’inesperienza della russa, l’esperienza di Jasmine – La conclusione del primo set è un colpo che la giovane russa accusa in maniera evidente. Gli errori non si fermano, così come le palle break per la Paolini. Sul 1-1 l’azzurra ne ha tre. La prima e la seconda non vanno, ma sull’ultima Andreeva affossa il diritto in rete. È il punto di rottura del match, quello che fa crollare, anche emotivamente, la 17enne russa. Paolini fa giocare la rivale, senza cadere nella eccessiva passività. Una gestione che porta al doppio break, con un nuovo colpo lungo della Andreeva: 4-1. Il traguardo è sempre più vicino, ma qualche ostacolo ancora permane. La palla break della russa è una di queste. L’azzurra l’annulla con una coraggioso palla corta e sale sul 5-1. È l’ultimo spasmo di resistenza. Nel game successivo è quasi inevitabile la chiusura. Il diritto sotto rete dell’azzurra è il punto esclamativo che rappresenta un altro pezzo di storia per il tennis italiano.

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