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Beatrice Venezi attacca e si difende: “Se c’è questo accanimento nei miei confronti in definitiva mi temono. La Meloni? Stima, innanzitutto umana”

Il direttore d'orchestra non ci sta e respinge al mittente tutte le accuse che le sono state mosse in questi mesi

di F. Q.
Beatrice Venezi attacca e si difende: “Se c’è questo accanimento nei miei confronti in definitiva mi temono. La Meloni? Stima, innanzitutto umana”

Il direttore d’orchestra Beatrice Venezi sbarca con “Voci fuori dal coro” su RaiPlay e RaiPlay Sound per raccontare la vita di otto compositrici “che hanno rotto gli schemi, contribuendo significativamente alla storia della musica. Ogni donna che ci accompagnerà in questo viaggio è una donna senza il cui contributo, io oggi forse non potrei salire sul podio”. Della Venezi si è parlato recentemente lo scorso marzo quando tre orchestrali sono stati ospesi con la decurtazione di una parte dello stipendio per aver criticato il direttore d’orchestra. Una decisione durissima presa dal sovrintendente della Fondazione Orchestra Sinfonica Siciliana, Andrea Peria.

Ma la Venezi va dritta per la sua strada: “Il gioco è sempre lo stesso: distruggere il proprio nemico attaccandolo sulla sua competenza tecnica, – ha raccontato in una intervista a Il Corriere della Sera – cercando di smontare una preparazione costruita in decenni. Studio da quando ho 6 anni e da 12 lavoro come direttore d’orchestra. È il meccanismo Mia Martini: a forza di dire che portava sfiga sappiamo la fine tragica che ha fatto. Ma penso che se c’è questo accanimento nei miei confronti in definitiva mi temono. Mi accusano di non essere sufficientemente femminista perché voglio farmi chiamare direttore o maestro, al maschile. Laura Boldrini disse che avevo ‘un problema serio che dimostra poca autostima0. Il femminismo dovrebbe essere una questione concreta, non ideologica, a sostegno delle istanze femminili. Invece è banalmente legato alle dispute lessicali”.

Per quanto riguarda il suo ruolo come consulente per il ministro della Cultura Sangiuliano ha messo le mani avanti: “Non faccio politica, non ho una tessera di partito. Il mio ruolo al ministero è sensibilizzare la politica a determinate problematiche di un settore che è stato lasciato per decenni in una sorta di autogestione. Penso di potere dare il mio contributo a un sistema che in alcuni casi è storto e perverso: sono un’idealista e l’interesse collettivo ha prevalso su quello personale”. E infine sulla premier Meloni ha spiegato “ci conosciamo da tempo, ben prima che diventasse un personaggio di spicco nella politica. È una persona per cui nutro stima, innanzitutto umana. Ma, ripeto, non abbiamo mai avuto un rapporto politico.

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