Cinema

Cosa succede al cinema? Gli incassi di Food for Profit di Giulia Innocenzi e Quarto Potere (di nuovo in sala) pareggiano quelli di film ad alto budget

Allora, la sala cinematografica è in crisi o la democrazia dal basso ci/la salverà? Da che parte guardi il mondo tutto dipende, cantava qualcuno

di Davide Turrini

Cinema in sala in Italia 2024: crisi o democrazia dal basso? Quando il 18 marzo 2024 al quinto posto nel box office è apparso il documentario Food for profit di Giulia Innocenzi in molti hanno sfregato gli indici sugli occhi. Ma come, un documentario che mostra le atrocità degli allevamenti intensivi su mucche, maiali e polli zeppi di antibiotici, sussidi europei e sversamenti inquinanti in ogni dove, è tra i maggiori incassi nel sistema distributivo cinematografico italiano a fine inverno con le sale a pieno regime? La risposta è sì. Quindici giorni con proiezioni mirate e organizzate capillarmente e la lillipuziana Mescalito Film ha guadagnato oltre 210mila euro e nel mese di aprile, viste le proiezioni già organizzate per settimane in mezza Italia, probabilmente arriverà oltre i 300mila. Un caso isolato? Difficile dirlo. Facile registrarne un altro. Dal 24 marzo è uscito in sala Quarto potere. Il capolavoro di Orson Welles datato 1939, versione restaurata in un semplice 2K e distribuita da I Wonder Classics. In una decina di giorni uno dei film più iconici e studiati della storia del cinema ha messo in cassa più di 200mila euro. E continuerà pure lui a macinare qualche altro euro facendo diventare un piccolo investimento – qualche migliaio di euro – un eccellente successo in sala. Certo l’abitudine al “film evento” (vedi alla voce Nexo Digital) ce l’eravamo fatta, anche se ristretta a un giorno o due, fate tre, di programmazione blindata, biglietti tutti venduti in prevendita e giù la serranda. Qui invece i case study sembrano mettere in luce una targetizzazione accurata, puntuale, autosufficiente, una specie curiosa di democrazia distributiva e spettatoriale dal basso. Del resto per capire l’andazzo ai piani altissimi basta guardare gli incassi di Finalmente l’alba, film tra i più costosi degli ultimi anni per l’industria italiana, in Concorso a Venezia, e soprattutto diretto da Saverio Costanzo ovvero il regista del successo planetario L’amica geniale in tv. A fronte di 29 milioni di euro di budget la sala a febbraio 2024 ha concesso poco più di 400mila euro d’incassi. Praticamente i ricavi di Food for profit e Quarto potere insieme, con qualche pop corn e milk shake in meno. Allora, la sala cinematografica è in crisi o la democrazia dal basso ci/la salverà? Da che parte guardi il mondo tutto dipende, cantava qualcuno.

Scartabellando i dati 2024 al 30 marzo gli incassi progressivi sono di 135 milioni e 400mila euro e qualcosa, più del 2023 (107milioni e rotti, tra cui i 36 milioni dell’exploit C’è ancora domani di Paola Cortellesi), del 2022 (66 milioni e 724mila), ma meno del 2018 (175 milioni), del 2019 (197milioni) e del 2017 (201 milioni) pre Covid. Il 2024 è un anno comunque anomalo perché è quello in cui in cima al box office nel pieno della stagione invernale ci è arrivato un film come Perfect days, ambientato in Giappone, prodotto da un giapponese e diretto da un regista tedesco che aveva fatto il suo 40 anni fa (senza mai arrivare sul podio) come Wim Wenders; o Il ragazzo e l’airone, film di animazione sì ma non targato dai sempiterni Disney-Pixar-Stati Uniti, ma di un regista giapponese come Hayao Miyazaki. Le prime quattro settimane dell’anno sono state quelle dei sold out (veri) con quasi 25 milioni di incassi tra l’1 e il 6 gennaio e quasi 12 milioni tra il 22 e i 27 gennaio, proprio quando Miyzaki e Wenders spopolavano. Anche se poi a scaricare gli incassi di un giorno festivo, e pasquale, come l’1 aprile, per arrivare terzi al box office italiano bastano i 14mila spettatori e 109mila euro di Priscilla, il film della figlia di Francis Ford Coppola, Sofia, sulla moglie di Elvis Presley interpretata da Cailee Spaeny. Fare di necessità virtù anche per le grandi major, insomma. E sembra piuttosto complesso e articolato costruire un ponte d’incassi floridi che porti ai blockbuster di maggio e giugno: Furiosa: A Mad Max Saga (23 maggio) e Inside Out 2 (19 giugno). Reboot e sequel che, appunto, rimescolano comunque nel già dato e già visto. In attesa di un autunno e inverno 24/25 che nemmeno a Hollywood, dopo il devastante ma munifico sciopero degli attori e sceneggiatori, sono ancora riusciti a costruire. Figuriamoci in Italia. Navigare a vista. E sia chiaro: le sorprese, come abbiamo visto, saranno ben accette.

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