Israele sfida ancora le Nazioni Unite e nel suo mirino finiscono i vertici dell’Agenzia dell’Onu per i Profughi Palestinesi (Unrwa). Dopo le accuse a membri dell’agenzia di partecipazione all’attacco di Hamas del 7 ottobre che hanno provocato la sospensione dei finanziamenti da parte di diversi governi, in parte ritirate a causa della mancanza di prove concrete, Tel Aviv ha deciso di impedire l’entrata nella Striscia al commissario generale di Unrwa, Philippe Lazzarini.

È lo stesso dipendente delle Nazioni Unite ad annunciare di essere finito nella blacklist di Israele, come successo anche alla relatrice speciale Francesca Albanese: “Il giorno in cui vengono diffusi nuovi dati sulla carestia a Gaza, le autorità israeliane negano il mio ingresso”, ha scritto sul suo account X. “È stato sprecato troppo tempo – ha aggiunto poco dopo l’incontro al Cairo con il ministro degli Esteri egiziano Sameh Shukry – Tutti i valichi terrestri devono essere aperti adesso. La carestia, imminente nel nord della Striscia di Gaza, può essere evitata con la volontà politica”.

Lazzarini è uno dei tanti esponenti di organizzazioni o istituzioni internazionali, oltre ai capi di Stato e di governo, che ha criticato l’operato del governo Netanyahu sostenendo che le azioni commesse nei confronti del popolo palestinese stanno contribuendo ad affamare la popolazione civile. Anche l’Alto rappresentante per la Politica Estera dell’Ue, Josep Borrell, oggi ha ribadito il concetto arrivando ad accusare indirettamente lo ‘Stato ebraico’ di crimini di guerra, sostenendo che “la fame è usata come arma di guerra” da Tel Aviv.

E a contribuire a questa condizione di mancanza di sostegno primario sono anche le politiche di Israele nei confronti di Unrwa, l’agenzia che più di tutte mantiene una presenza continua e capillare nell’enclave palestinese. L’Unrwa “ha di gran lunga la più vasta presenza tra tutte le organizzazioni umanitarie a Gaza”, sottolinea nel post Lazzarini aggiungendo che la sua “visita di oggi avrebbe dovuto coordinare e migliorare la risposta umanitaria”. “Questa fame provocata dall’uomo sotto il nostro sguardo è una macchia sull’intera umanità – aggiunge il commissario Unrwa – Due milioni di persone, l’intera popolazione di Gaza, si trova ad affrontare livelli di crisi e di insicurezza alimentare senza precedenti. Metà della popolazione palestinese, il numero più alto mai registrato e il doppio di tre mesi fa, ha completamente esaurito le scorte di cibo e le capacità di far fronte alla situazione. Stanno lottando contro una fame catastrofica. I bambini stanno morendo di disidratazione e di fame”.

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