La musica nelle vene, il fascino della rockstar e una carriera da incorniciare, tra progetti personali e collaborazioni con grandi artisti italiani e internazionali. Con una chitarra tra le mani, Stef Burns ci è proprio cresciuto. In casa, suo papà suonava le canzoni di Bob Dylan e dei Beatles. E da quelle sei corde, già all’età di sei anni, è rimasto affascinato. Un predestinato. Preciso, tecnico, innamorato dell’arte, nella serata dei duetti di venerdì 10 febbraio Stephan Birnbaum (questo il suo vero nome) accompagnerà “Il Volo” sulle note di Who Wants to Live Forever dei Queen con la sua chitarra. Probabilmente la Fender Stratocaster Custom Shop, da cui non si separa dal 1991.
Uno strumento che lo dipinge, a suo modo lo racconta. Non il primo, ma sicuramente il suo preferito. Perché in effetti, Burns di chitarre ne ha avute parecchie. E ognuna racconta una storia. Dagli esordi, con una band fondata ad appena nove anni, all’inizio della carriera professionale nel 1979 con gli Omega, passando per i sodalizi artistici con Jesse Colin Young (prima membro degli Youngbloods), Pablo Cruise e i Berlin, tra gli altri. Fino alla chiamata di Alice Cooper (in questo caso raccomandato da Joe Satriani) per suonare in Hey Stoopid e The Last. Un’occasione e, insieme, una consacrazione. “Quando avevo 14 anni suonavo i pezzi di Alice Cooper nella soffitta della casa di mio cugino. Salire sul palco con Alice a suonare gli stessi pezzi; fare un disco, poi un tour, poi un altro disco con lui è stato molto bello”, ha raccontato Burns in un’intervista ad Ab Style Magazine.
