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Paola Cortellesi è l’italiana dell’anno per Famiglia Cristiana: “Bagliore di speranza nel buio di questo periodo”

Così direttore e vicedirettore, Stefano Stimamiglio e Luciano Regolo hanno spiegato il perché della scelta dell'attrice e regista: "Innanzitutto per il coraggio con cui si è messa in gioco nel suo debutto alla regia sia sul piano artistico girando in bianco e nero in un delicato omaggio al neorealismo sia su quello dell’impegno in prima persona in una questione molto importante come quella dei diritti e del rispetto negati alle donne"

di F. Q.

“È senza dubbio un bell’esempio, un modello positivo che incoraggia. È un ‘bagliore di speranza’ nel buio di questo periodo“: queste le parole con cui Famiglia Cristina celebra Paola Cortellesi che per il settimanale è l’italiana dell’anno. Così direttore e vicedirettore, Stefano Stimamiglio e Luciano Regolo hanno spiegato il perché della scelta dell’attrice e regista: “Innanzitutto per il coraggio con cui si è messa in gioco nel suo debutto alla regia sia sul piano artistico girando in bianco e nero in un delicato omaggio al neorealismo sia su quello dell’impegno in prima persona in una questione molto importante come quella dei diritti e del rispetto negati alle donne”. Il riferimento è ovviamente a C’è ancora domani, film campione d’incassi e di elogi che vede Cortellesi dietro la macchina da presa e protagonista. “Si tratta di un argomento – proseguono il direttore e il condirettore di Famiglia Cristiana – su cui l’orrenda sequela di femminicidi che ha segnato gli ultimi dodici mesi ha fatto comprendere come e quanto sia necessario un cambiamento radicale, proprio a partire dall’educazione e dalla cultura. E proprio in questa direzione va la sua opera prima C’è ancora domani, che ha saputo coinvolgere un pubblico vasto ed eterogeneo su un tema tanto delicato con il rigore professionale di sempre, senza perdere la sua naturale vocazione all’ironia. Il suo, poi, è il film più visto dell’anno con oltre quattro milioni di spettatori, segnando così la rinascita del cinema italiano dopo il periodo buio della pandemia”. E ancora: “Attraverso una vicenda ambientata 75 anni fa, Paola, che ha accolto con gioia la nostra decisione, ha saputo immergerci nel presente, nella realtà delle tante donne che, come la sua Delia, lottano per affermare i loro diritti”.

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