Undici arresti, sequestro di beni per un valore complessivo di oltre 225 milioni di euro e la notifica dell’avviso di conclusione indagini nei confronti di 153 indagati. Sono i numeri di un’indagine coordinata dalla Dda di Milano che su quello che può essere considerata una santa alleanza tra famiglie criminali organizzate e formato da persone legate alle organizzazioni di stampo mafioso cosa nostra, ‘ndrangheta e camorra.

Sono state effettuate 60 perquisizioni con l’impiego di oltre 600 carabinieri sull’intero territorio nazionale. Si tratta, nella definizione degli inquirenti dell’Antimafia, del cosiddetto “sistema mafioso lombardo” che “gestisce risorse finanziare, relazionali ed operative, attraverso un vincolo stabile tra loro caratterizzato dalla gestione ed ottimizzazione dei rilevanti profitti derivanti da sofisticate operazioni finanziarie realizzate mettendo in comune società, capitali e liquidità”.

L’ipotesi della procura però non è stata completamente accolta dal giudice per le indagini preliminari che ritiene che non ci sia un “patto” tra le tre mafie, Cosa Nostra, ‘ndrangheta e camorra in Lombardia che ha respinto oltre 140 richieste di arresti per altrettanti indagati. Il giudice, infatti, ha disposto il carcere solo per 11 persone, ma non per associazione mafiosa e solo per altri reati.
La Dda, dunque, ha deciso, comunque, di chiudere le indagini, contestando sempre “l’alleanza” tra le tre mafie e di fare ricorso al Riesame per le richieste di custodia cautelare respinte.

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