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Pantelleria, morta la donna data alle fiamme dal marito con il liquido infiammabile. La lite nata “perché aveva salutato un altro uomo”

Pantelleria, morta la donna data alle fiamme dal marito con il liquido infiammabile. La lite nata “perché aveva salutato un altro uomo”
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Non ce l’ha fatta Anna Elisa Fontana, la 48enne siciliana alla quale il marito aveva gettato del liquido infiammabile e poi dato fuoco a Pantelleria la notte del 22 settembre. La donna è morta all’ospedale Civico di Palermo dove era stata ricoverata in condizioni gravissime: al suo arrivo presentava ustioni sul 90% del suo corpo e i medici parlavano di una situazione “disperata”. La donna era dipendente di una struttura alberghiera di Pantelleria, lascia cinque figli avuti da un precedente matrimonio.

Anche il suo aggressore, il 52enne Onofrio Bronzolino, è ricoverato nello stesso ospedale perché colpito dal ritorno di fiamma dopo la violenza sulla compagna. Ha riportato ustioni al volto e per questo rischia di rimanere cieco. La sua stanza è piantonata dai carabinieri mentre proseguono le indagini del nucleo di Trapani per ricostruire le dinamiche dell’aggressione.

Secondo un primo resoconto la coppia avrebbe avuto una discussione nei pressi di un bar nel centro di Pantelleria per un saluto che la donna avrebbe rivolto a un conoscente. Bronzolino non avrebbe gradito lo scambio della moglie con un altro uomo e avrebbe cominciato a inveire contro di lei in pubblico. L’uomo, che lavora in un cantiere edile, sarebbe poi andato in un magazzino e avrebbe preso una tanica di benzina. Sarebbe tornato a casa dalla moglie, nel frattempo rientrata, per poi cospargerla del liquido infiammabile e darle fuoco. Sull’incidente è intervenuto anche il sindaco di Pantelleria, Fabrizio D’Ancona, che si è detto “sconvolto” da quanto accaduto.

Preoccupazione anche dall’Unione europea, che nelle scorse settimane ha sottolineato i dati allarmanti in arrivo dall’Italia per quanto riguarda la violenza di genere.Secondo la presidente della Commissione parlamentare d’inchiesta sul Femminicidio e la violenza di genere, Martina Semenzato, si tratta di una questione che “riguarda gli uomini” perché “è un aspetto culturale in primis che deve e può esser sradicato solo con la formazione al rispetto sin dalla giovane età attraverso la scuola che ha, insieme alla famiglia, il ruolo principale nella crescita delle future generazioni”. Ha poi aggiunto che “dobbiamo lavorare per prevenire, confrontandoci con tutti gli attori nazionali ed internazionali che operano a tutela delle donne”.

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