“Dovremo pensare a una sanatoria, una soluzione legale per i bambini nati fin qui”. Questa la proposta che la ministra della Famiglia Eugenia Roccella, ospite de La Confessione di Peter Gomez, in onda sul Nove venerdì 23 giugno alle 22.45, ha lanciato pensando a quando entrerà in vigore la nuova legge che rende ‘reato universale’ la maternità surrogata. “Dovremo pensare a una sorta di sanatoria una volta che ci sarà la nuova legge per la perseguibilità dell’utero in affitto, anche per chi lo fa all’estero, visto che in Italia è già vietato per fortuna – ha detto l’esponente del governo Meloni – Io penso che sia utile introdurre una soluzione legale che non sia un modo di aggirare le leggi per i bambini nati fin qui”. Il ragionamento è partito dal commento della vicenda di Padova dove la procura ha impugnato 33 atti di nascita di bambini nati da coppie omogenitoriali. “La procura dice che va tolto il cognome della seconda mamma, perché hanno il doppio cognome. Dunque una bambina di sei anni, perché è nata nel 2017, quando andrà a scuola, durante l’appello non avrà più lo stesso cognome di prima”, ha ricordato il conduttore. “Io non entro nella decisione della procura, questa è una cosa fondamentale. – ha premesso la ministra – Il problema a cui bisognerà porre rimedio è stato creato da chi ha travalicato le proprio competenze. È stato creato dai sindaci che sapevano di fare una cosa che non era legittima“, perché, argomenta Roccella, esiste “una procedura, che è l’adozione in casi particolari e che la Corte di Cassazione a dicembre ha ribadito ed è quella che va usata nel caso delle coppie omogenitoriali, per assicurare eventualmente il secondo genitore al bambino. E quella bisognava usare. – ha proseguito – Quando i sindaci hanno fatto questo, lo hanno fatto consapevoli che ci poteva essere una procura che poteva impugnare questo procedimento”.

Gomez allora ha ribattuto: “Proprio in questi giorni leggevo sui giornali della possibilità di adottare da parte del compagno del genitore o della compagna. Si citavano varie sentenze, tra cui anche sentenze europee che dicono: ‘Questo va fatto, se è possibile farlo, nel giro di pochi mesi‘. Se io devo aspettare degli anni, la cosa cambia perché prevale il diritto del bambino. E ho letto sempre un’intervista a un giudice della Cassazione che spiegava che in media in Italia, se si fa ricorso all’adozione, un bambino aspetta dai due ai quattro anni prima che venga riconosciuto dai tribunali. Questo è un tempo oggettivamente lunghissimo”. Per l’esponente di Fratelli d’Italia la chiave sta nella differenza tra adozione e adozione in casi particolari: “L’adozione in casi particolari, che è quella a cui si riferisce la Corte di Cassazione, è molto più veloce. – ha ribadito l’ex sottosegretaria al Welfare – È un’adozione che non richiede il certificato di idoneità, tutto il percorso che si fa quando si adotta un bambino che non ha genitori. E bisogna anche dire che da sempre questa procedura viene usata dalle coppie eterosessuali. – ha proseguito la ministra – Cioè se io ho un figlio che non ha padre, o perché non l’ha riconosciuto o perché il padre è morto, e mi sposo, oppure semplicemente ho un altro compagno, e voglio che questo bambino sia riconosciuto dal compagno, se non ha un legame biologico, io faccio l’adozione in casi particolari e lo si fa da sempre. Quindi, paradossalmente, se si riconoscessero le trascrizioni automatiche, ci sarebbe paradossalmente una discriminazione nei confronti delle coppie eterosessuali”.

Il botta e risposta tra il giornalista e la ministra è proseguito: “Mi spiega perché dovrebbe essere sbagliato avere una legge che prevede che due ragazze, una delle quali ha avuto un figlio in consenso con l’altra, che vivono insieme, magari attraverso un’unione civile, oppure si sono sposate all’estero, possano automaticamente vedere che quel bambino venga riconosciuto?”, ha chiesto ancora Gomez. “Non è sbagliato. – ha risposto Roccella – Si tratta solo di una procedura diversa”. “Quindi lei non avrebbe nulla in contrario che si stabilisse una legge che codifichi questi casi?”, ha domandato il conduttore alla fine. “Guardi, io penso che intanto bisogna distinguere chi ha fatto l’utero in affitto e le donne che non l’hanno fatto, quindi già sono due situazioni diverse. – ha spiegato l’esponente del governo Meloni che si è detta favorevole “a una sorta di sanatoria una volta che ci sarà la nuova legge per la perseguibilità dell’utero in affitto anche per chi lo fa all’estero, visto che in Italia è vietato per fortuna. Una soluzione legale che non sia un modo di aggirare le leggi per i bambini nati fin qui, io penso che sia utile farla”, ha concluso Roccella.

‘La Confessione’ è prodotto da Loft Produzioni per Warner Bros. Discovery e sarà disponibile in live streaming e successivamente on demand sul nuovo servizio streaming discovery+ nonché su sito, app e smart tv di TvLoft. Nove è visibile al canale 9 del Digitale Terrestre, su Sky Canale 149 e Tivùsat Canale 9.

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