Alfredo Cospito torna nel carcere di Sassari. L’anarchico, attualmente detenuto al 41 bis, lascia quindi il carcere di Opera, alle porte di Milano, dove si trovava per motivi di salute alla luce dello sciopero della fame durato diversi mesi per protestare contro il regime del carcere duro. Il digiuno era stato ufficialmente interroto il 19 aprile. Il suo trasferimento nel carcere milanese era stato necessario vista la presenza di un reparto per la degenza dei detenuti malati che manca nel penitenziario di Sassari.

“Dichiaro di interrompere lo sciopero della fame”, aveva fatto sapere tramite un modulo prestampato a disposizione dei detenuti avvisando così i vertici del Dap, del carcere di Opera e del Tribunale di Sorveglianza di Milano. Anche perché dopo questi quasi 6 mesi di protesta era giunto al limite, dimagrendo quasi 50 chili, col rischio di problemi cardiaci. Lo stesso anarchico, al termine dello sciopero della fame, aveva espresso il desiderio di tornare nel carcere di Bancali.

Il digiuno era stato interrotto all’indomani della decisione della Consulta che ha fatto cadere la norma che vincolava la Corte d’Assise d’appello di Torino a infliggergli necessariamente l’ergastolo per l’attentato alla Scuola degli allievi dei carabinieri di Fossano. I giudici avevano stabilito che è incostituzionale non riconoscere le attenuanti per il reato di strage politica con recidiva aggravata per cui l’anarchico è a processo.

Secondo la Corte, il carattere fisso della pena dell’ergastolo esige che il giudice possa operare l’ordinario bilanciamento tra aggravanti e attenuanti previsto dai primi tre commi dello stesso articolo 69. Conseguentemente, il giudice dovrà valutare, caso per caso, se applicare la pena dell’ergastolo oppure, laddove reputi prevalenti le attenuanti, una diversa pena detentiva.

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