Il 30 giugno 2023, se non saranno previsti interventi da parte del governo, i lavoratori fragili e quelli con figli under 14 saranno costretti a tornare al lavoro in presenza. Nella data indicata infatti, per queste categorie scade il diritto di usufruire dello smart working al 100%, misura resa necessaria durante la pandemia per abbattere il rischio di contagio e poi prorogata per agevolare il più possibile queste due tipologie di lavoratori.

Secondo quanto riportato dal Corriere Economia, il M5S, per continuare a garantire la tutela delle categorie in oggetto, ha chiesto, con un emendamento al Decreto Lavoro approvato dal governo il 1° maggio e attualmente al Senato per la conversione, un’altra proroga che coinvolgerà sia il settore pubblico che quello privato, e che potrebbe permettere a questi lavoratori di continuare ad avvalersi del lavoro agile illimitato sino a fine 2023, ovvero al 31 dicembre.

“È una questione di civiltà”, ha commentato Orfeo Mazzella, il senatore e capogruppo che ha presentato l’emendamento in commissione Lavoro: il Decreto al Senato verrà votato il 13 giugno. L’ultima proroga del lavoro agile era costata 20 milioni e adesso le risorse che dovrebbero essere stanziate per un’altra proroga di sei mesi ammonterebbero a circa 16-18 milioni di euro: la norma prevede infatti che il lavoratore che non può svolgere il suo incarico in smart deve essere sostituito e ricollocato su altre mansioni, che permettono invece di essere svolte in modalità agile. Se la proroga non vedrà l’approvazione, la scelta sulla concessione dello smart working illimitato resterà appannaggio dei datori di lavoro, con l’eventuale possibilità per queste categorie di lavoratori di firmare accordi specifici.

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