Paolo Maldini e il Milan sarebbero a un passo dall’addio. Tra il direttore dell’area sportiva, bandiera rossonera, e la proprietà rappresentata da Gerry Cardinale sarebbero emerse distanze siderali, forse incolmabili, su come impostare il prossimo mercato, nonché sulla autonomia dello stesso Maldini nell’operare acquisti e cessioni. L’ex capitano e Cardinale si sono incontrati in giornata, subito dopo la fine del campionato, e la riunione – molto breve, in un hotel del centro – secondo diverse fonti è andata tutt’altro che bene. Le frizioni potrebbero risultare insanabili, al punto che – per quanto tutti gli scenari al momento restino aperti – l’opzione più probabile appare una separazione.

Il divorzio, tra l’altro, non riguarderebbe solo il direttore tecnico ma coinvolgerebbe anche il direttore sportivo Frederic Massara. Tanto che si vociferano già i nomi dei possibili sostituti – Geoffrey Moncada, ora alla guida degli osservatori rossoneri, e Hendrik Almstadt, braccio operativo nel calcio di Elliott – con una possibile, clamorosa, aggiunta. Secondo Repubblica, infatti, nei quadri dirigenziali potrebbe addirittura spuntare Zlatan Ibrahimovic, che appena domenica ha detto addio al calcio giocato.

Dietro le frizioni ci sarebbero questioni legate al budget. I fondi Red Bird ed Elliott intendono proseguire sulla strada di risanamento dei conti, tenendo a bada qualsiasi spesa che non sia oculata e compensata da un introito derivante da una cessione. Mentre Maldini ha espresso a più riprese, a chiare lettere, la necessità di spingere sull’acceleratore degli investimenti per colmare il gap che esiste con le principali concorrenti italiane. E, tra l’altro, la proprietà non avrebbe ancora digerito la campagna acquisti della scorsa stagione, imperniata attorno agli arrivi di Origi e De Ketelaere, nel corso della quale Maldini ha avuto ampi poteri. Nella discussione, ora, sarebbe finito anche il perimetro dell’autonomia della bandiera rossonera.

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