Una barca a vela con dei sommozzatori e dell’esplosivo a bordo. E una pista: quella ucraina. Secondo indiscrezioni di stampa circolate nelle ultime 24 ore, gli inquirenti tedeschi sono alla caccia di un 26enne ucraino che sarebbe uno dei principali responsabili del sabotaggio al gasdotto Nord Stream 2, fatto saltare in aria nel settembre scorso. La pista è emersa dopo che sull’imbarcazione sono state ritrovate tracce di dna che corrisponderebbero a quelle del giovane.

Secondo le ultime ricostruzioni, a fine settembre una barca a vela navigava sul mar Baltico in piena notte, puntando verso la Danimarca. Era partita dall’isola tedesca di Ruegen, poco distante dalla frontiera polacca, con sei uomini a bordo. L’imbarcazione si chiama Andromeda, poche ore dopo la sua partenza i sismografi danesi rilevano le scosse: sono il risultato delle esplosioni che hanno danneggiato il gasdotto che collegava direttamente la Russia alla Germania. Si scoprirà solo dopo che due di quei sei uomini erano sommozzatori con passaporti falsi e che parlavano tra loro in polacco e ceco: probabilmente sono loro ad essersi tuffati nelle acque con l’esplosivo in mano, piazzandolo sui tubi che trasportano il gas.

Quella barca risulta noleggiata da un’azienda polacca intestata a una donna 55enne di Kiev e a bordo sono state trovare tracce di esplosivo e di dna di un uomo. Le ricerche si stanno concentrando soprattutto su un soldato ucraino 26enne che avrebbe usato un falso passaporto rumeno per identificarsi in Germania. Gli inquirenti hanno perquisito a fine maggio l’appartamento della sua ex compagna, a Francoforte sulla Oder, e avrebbero prelevato prove di dna del figlio per confrontarle con quelle trovate sullo yacht. Prove che, evidentemente, hanno evidenziato una corrispondenza. La donna ha consegnato il cellulare agli uomini della procura e starebbe collaborando.

Ci sono altri elementi che sembrano collegare l’attentato con l’Ucraina. Ad agosto del 2022 la richiesta di ormeggiare una barca a Ruegen sarebbe partita da una finta agenzia di viaggi polacca, la Feeria Lwowa. Si tratta però di una scatola vuota con una presidente: una donna 55enne di Kiev. Anche i metadati dell’unico indirizzo mail dell’azienda portano all’Ucraina. Alla Süddeutsche Zeitung la donna ha ammesso di essere la presidente della Feeria Lwowa, senza aggiungere altro.

Non è però esclusa anche la pista del “ false flag”, di prove piazzate intenzionalmente per incriminare gli ucraini. Non a caso il capo dei servizi segreti interni Bnd, Bruno Kahl, ha dichiarato che non esiste ancora un’unica versione: “Nessun Paese del mondo, nessun servizio segreto del mondo è attualmente in grado di capire in concreto a chi attribuirlo”. Il soldato 26enne che avrebbe fatto parte dell’equipaggio della Andromeda, ad esempio, si troverebbe dall’inizio della guerra in Ucraina, secondo parenti interpellati dai giornali. Qualcuno potrebbe essersi appropriato della sua identità. Le piste aumentano, ma per la verità servirà ancora tempo.

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