Associazione di tipo mafioso, associazione finalizzata allo spaccio e al traffico di sostanze stupefacenti, estorsione, ricettazione e detenzione e porto abusivo di armi da fuoco. Sono 53 le misure cautelari, tra arresti in carcere e domiciliari, eseguite all’alba nel corso del blitz ai Quartieri Spagnoli, a Napoli, sulla base del provvedimento emesso dal giudice per le indagini preliminari dsu richiesta della Dda. Le indagini sono state condotte dalla Squadra Mobile e del Comando provinciale dei carabinieri tra il 2018 e il 2020. Per gli investigatori si tratta di un’associazione di tipo mafioso, armata, strutturata in alcuni gruppi criminali operativi nella zona centrale del capoluogo e, in particolare, nei Quartieri Spagnoli di Napoli, con rapporti di cooperazione con i più potenti sodalizi dei Mazzarella e dei Contini.

In vico Taverna Penta, il 18 maggio del 2020 gli spacciatori presenti furono raggiunti da colpi di arma da fuoco e risposero ad appartenenti ad un gruppo criminale contrapposto che intendeva affermare il predominio sull’area, imponendo il pagamento della tangente estorsiva. Lo spessore criminale “è stato comprovato dalla ricostruzione del citato episodio in occasione del quale, a seguito di un diverbio, alcuni degli indagati, sostenuti dal gruppo criminale diretto da Saltalamcchia, Esposito e Masiello, ingaggiarono uno scontro a fuoco con pistole e mitragliette, a seguito del quale alcuni di loro riportarono anche ferite”. Nel cuore dei Quartieri Spagnoli, si muoveva un altro sodalizio facente capo alla famiglia Masiello, con al vertice Antonio, alias “ònu”, e suo figlio Vincenzo, alias “ò cucù”, parimenti in grado di gestire una fiorente attività di traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, oltre ad avere la disponibilità di armi da fuoco. La piazza era militarmente presidiata h24 da vedette, che si alternavano in base a turni prestabiliti. La droga era nascosta all’interno di un immobile in Vico Teatro nuovo. Le cessioni avvenivano attraverso panieri calati dalle finestre o consentendo l’accesso all’acquirente accompagnato dal pusher: in quest’ultimo caso, essendo la porta di accesso chiusa dall’interno, le chiavi venivano lanciate all’esterno. Inoltre, in caso di sequestro di stupefacente il cliente, previa esibizione del verbale di sequestro e della conseguente contestazione amministrativa, otteneva a titolo gratuito una ulteriore dose di stupefacente: così operando, l’organizzazione comprava l’omertà dell’acquirente fidelizzandolo.

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