L’Istat dà una limatina alla stima preliminare sull’inflazione di aprile diffusa ad inizio mese. Il dato viene rivisto all’8,2% dall’8,3% inizialmente indicato. Poca cosa. Rispetto a marzo i prezzi sono saliti in media dello 0,4% (+ 0,5% la prima stima). Sta di fatto che il carovita ha smesso di scendere ed è tornato a salire, principalmente, spiega l’Istat, a causa di una nuova accelerazione dei prezzi dei beni energetici non regolamentati (+ 26,6%). La voce “abitazione, acqua, combustibili, elettricità” segna un rincaro del 16,9% su aprile 2022, i prezzi degli alimentari risultano più alti del 12,1%. Crescono del 5,1%, sotto la media, i trasporti, del 3,3% l’abbigliamento. L’inflazione di fondo, ossia depurata dalle voci più volatili come energia e alimentari freschi, registra un lieve rallentamento da +6,3% a +6,2%. Il sotto indice “carrello della spesa” che comprende i beni alimentari, per la cura della casa e della persona ha fatto segnare un +11,6%, in rallentamento rispetto al +12,6% di marzo. L’inflazione acquisita per il 2023, ossia il dato che si avrebbe a fine anno in caso di variazione nulla da qui a fine anno, è del 5,3%. Armonizzato per i criteri di calcolo europei il carovita italiano si colloca all’8,8% a fronte del 6,9% della Francia, del 7,6% della Germania e del 3,8% della Spagna.

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