Le opposizioni gridano alla “censura”, termine utilizzato anche dal ministro Gennaro Sangiuliano. Mentre il suo collega Guido Crosetto, bersagliato dalle polemiche, prima chiede di essere “lasciato fuori”, poi auspica un “ripensamento”. Che alla fine arriva, dopo che politici ed editori hanno alzato un muro: “Sono sensibile e accolgo con soddisfazione le dichiarazioni di esponenti del governo che confermano la volontà di garantire un’aperta partecipazione alla Fiera di Francoforte, nel rispetto del principio e della difesa del pluralismo del pensiero e delle idee” spiega Riccardo Levi, il commissario del governo che in una lettera al fisico Carlo Rovelli gli aveva comunicato la revoca dell’invito a rappresentare l’Italia alla Fiera Internazionale di Francoforte del 2024.

“Ho altresì apprezzato la comprensione espressa dall’Associazione Italiana Editori per le ragioni di prudenza istituzionale che mi avevano portato alle scelte espresse come commissario. Insieme abbiamo condiviso e riaffermato l’impegno alla difesa della libertà di pensiero e di espressione. Ho pertanto raccolto l’auspicio di Aie che si possa confermare la presenza del professor Carlo Rovelli a Francoforte” dice Levi, che è presidente dell’Associazione Italiana Editori e afferma di aver rinnovato l’invito a Rovelli “alla luce di tutto questo e in risposta alle molte voci che si sono levate dal mondo della cultura”.

Il commissario rivendica l’autonomia della scelta negando di aver ricevuto pressioni: “A seguito del dibattito che si è sviluppato in coda alle mie decisioni sulle modalità di partecipazione alla Fiera del libro di Francoforte 2024, confermo di aver espresso le mie scelte nella qualità di commissario straordinario, senza aver ricevuto alcuna pressione o sollecitazione e per adempiere con rigore alla responsabilità istituzionale che mi è stata conferita con un decreto del Presidente della Repubblica” sottolinea. Ma Giuseppe Conte in serata ne chiede le dimissioni: “Direi che con questa motivazione abbiamo raggiunto il colmo. Oggi abbiamo scritto una pagina vergognosa ed è bene che il nostro Commissario, che si è dimostrato del tutto inadeguato al ruolo, vada a casa.

Un giorno di polemiche
Ha sollevato un polverone politico lo stop alla partecipazione di Carlo Rovelli alla Fiera del libro di Francoforte 2024 – a cui l’Italia sarà ospite d’onore – a causa del suo intervento pacifista dal palco del concerto del 1° maggio, in cui ha ricordato il passato da lobbista delle armi del ministro della Difesa. L’esclusione è stata comunicata al fisico da Ricardo Franco Levi, presidente dell’Associazione italiana editori, ex sottosegretario alla Presidenza del Consiglio nel secondo governo Prodi e commissario alla gestione dell’evento (nominato dal governo Draghi): “Il clamore, l’eco, le reazioni che hanno fatto seguito al suo intervento (…) mi inducono a pensare, mi danno, anzi, la quasi certezza, che la sua lezione che così fortemente avevo immaginato e voluto (…) diverrebbe l’occasione non per assaporare, guidati dalle sue parole, il fascino della ricerca e per lanciare uno sguardo ai confini della conoscenza, ma, invece, per rivivere polemiche e attacchi“, ha scritto Levi in una mail, resa pubblica dallo stesso Rovelli sui social. Aggiungendo: “Ciò che più di ogni altra cosa sento il dovere di evitare – e di questo mi prendo tutta, personale la responsabilità – è che un’occasione di festa e anche di giusto orgoglio nazionale, si trasformi in un motivo di imbarazzo per chi quel giorno rappresenterà l’Italia. E non le nascondo la speranza che il nostro Paese sia rappresentato al massimo livello istituzionale”.

La posizione di Crosetto – All’indomani del concertone Crosetto aveva reagito con apparente aplomb, dicendo di voler “invitare a pranzo” Rovelli, “così la prossima volta che parlerà di me lo farà avendo conosciuto me, le mie idee, sapendo cosa ho fatto e faccio ogni giorno per cercare la pace”. Una volta che l'”epurazione” è stata resa pubblica dallo scienziato, in un primo momento il ministro ha reagito con un tweet stizzito: “Qualcuno decide che Carlo Rovelli non parteciperà alla Fiera di Francoforte. A quanto leggo dalla lettera che lui stesso ha pubblicato, è un suo amico. Che non conosco, se non per essere stato sottosegretario con Prodi. Quindi lasciatemi fuori dalle vostre polemiche“. E poi, in risposta a un tweet di Gad Lerner, ha aggiunto: “Per quanto mi riguarda la vicenda era chiusa con l’invito a cena” (non più a pranzo). Ma a metà pomeriggio, con una nota ufficiale, dice di essere “il primo ad auspicare un ripensamento della decisione presa”: “Mi dispiace deludere gli esperti dei complotti all’italiana, sempre in servizio, che parlano già di censura o pressioni. Non conosco il dottor Levi, persona degnissima, se non per essere stato il sottosegretario del governo Prodi. Non l’ho mai sentito in vita mia, né in questa né in altre occasioni, mi spiace che abbia deciso di cambiare speaker e sono assolutamente certo che nessun membro del governo o delle istituzioni italiane abbia fatto alcuna pressione o rivolto richieste agli editori italiani per non far tenere al prof Rovelli la sua prolusione. Anzi, sono certo che a nessuno nemmeno sia passato per l’anticamera del cervello. Il professor Rovelli ha parlato in tv davanti a milioni di telespettatori il primo maggio e viene spesso invitato in altrettanto importanti trasmissioni. Gode, per suoi meriti, di un’audience vastissima e non credo troverà mai problemi a far passare il suo messaggio in tutti i modi possibili. Come dimostra questa vicenda odierna che sta ottenendo molta più visibilità per la presunta censura di quanta ne avrebbe ottenuta una sua prolusione a Francoforte. Motivo per cui sono il primo ad auspicare un ripensamento della decisione presa”.

Anche gli editori si smarcano – Dopo Crosetto, a smarcarsi da Levi arriva anche la stessa associazione che presiede: in un comunicato, l’Associazione italiana editori, che ha riunito in via d’urgenza il Comitato di presidenza, fa sapere di aver “unanimemente espresso comprensione per le ragioni di prudenza istituzionale che hanno determinato le decisioni prese, nell’ambito della sua autonomia, dal commissario straordinario”. Ma poi precisa, “avendo apprezzato la scelta originaria che ha portato il commissario a chiedere al professor Carlo Rovelli di intervenire alla cerimonia di inaugurazione per illustrare e raccontare il fascino della ricerca e il valore dell’alta divulgazione scientifica, di aver “espresso al commissario straordinario l’auspicio che si possa confermare la presenza del professor Carlo Rovelli a Francoforte”.

Conte: “Censura preventiva per le sue idee sulle armi” – “L’Italia sarà ospite d’onore alla prestigiosa Buchmesse 2024, la Fiera del libro di Francoforte. Carlo Rovelli viene prima invitato alla cerimonia di apertura e poi lasciato a casa perché le sue idee contro armi e guerra potrebbero costituire “motivo di imbarazzo”. Chiamiamo le cose con il loro nome: si tratta di censura preventiva. Ma neppure in una fiera del libro si dà spazio al libero pensiero? Neppure nel santuario del libero confronto di idee è concesso mettere in discussione il pensiero unico dominante? Che facciamo: selezioniamo i nostri intellettuali in modo da essere sicuri di non offendere esponenti di governo? Che vergogna!”, ha scritto sui social il leader del Movimento 5 stelle Giuseppe Conte. “Davvero un segnale brutto e preoccupante per la libertà del pensiero in Italia: chi ha criticato il governo Meloni sulla guerra e sulle spese militari subisce quella che è a tutti gli effetti una censura preventiva. Dispiace in particolare che a farne le spese sia la fiera del libro di Francoforte, visto che proprio i libri sono uno strumento fondamentale di accesso alla libertà del pensiero. Al professor Rovelli va tutta la nostra solidarietà per questo episodio increscioso”, scrivono invece i capigruppo nelle Commissioni Cultura di Camera e Senato, Anna Laura Orrico e Luca Pirondini.

Pd: “Preoccupati per il clima di censura” – “Siamo preoccupati per il clima di censura che si respira nel nostro Paese. Nessun problema se un ministro della Repubblica (Francesco Lollobrigida, ndr) parla di sostituzione etnica e di etnia italiana. Se invece un fisico e saggista come Carlo Rovelli si permette di criticare il ministro della Difesa al concerto e del Primo maggio, gliela fanno pagare cara”, ha dichiarato Sandro Ruotolo, responsabile Informazione e Cultura della segreteria Pd. Il Nazareno, prosegue la nota, “esprime solidarietà a Carlo Rovelli per la censura subìta e fa appello alle altre forze politiche democratiche e alla cultura italiana a reagire a questa minaccia contro la libertà di pensiero“. E su Twitter il dimissionario senatore dem Carlo Cottarelli scrive: “Non ho condiviso l’intervento di Rovelli il 1° maggio. L’ho trovato eccessivo perché per difendersi un paese aggredito ha bisogno di armi e l’Ucraina è stata aggredita. Però la sua esclusione dalla fiera di Francoforte è un’ingiustizia”. “Come si può definire un Paese – conclude Fratoianni – che esclude e punisce un intellettuale perché ha espresso le sue idee? La stessa domanda la faremo anche in Parlamento ai rappresentanti dell’attuale governo”, dice il segretario di Sinistra italiana Nicola Fratoianni. “Ricordiamoci di questa mail in futuro. È uno dei punti più bui e inquietanti della storia recente della nostra democrazia. I regimi iniziano sempre un po’ così. Colpendo chi non la pensa come il potere e riducendoli al silenzio”, commenta su Twitter il coordinatore di Articolo Uno Arturo Scotto.

Sangiuliano: “Contrario alle censure” – Nel pomeriggio era intervenuto anche il ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano, parlando – contro ogni aspettativa – a sua volta di censura: “Apprendo con somma sorpresa della vicenda, per me inedita, del fisico Carlo Rovelli invitato ad aprire la Buchmesse di Francoforte e della successiva lettera del commissario che cura l’organizzazione”, premette. E sottolinea: “In generale, avendo subito censure, sono contrario a infliggerle ad altri. Magari a quella del professor Rovelli aggiungerei qualche altra voce, quella di Pierangelo Buttafuoco, Francesco Borgonovo, Marcello Veneziani o altri in omaggio al pluralismo. Come lo stesso dottor Ricardo Franco Levi potrà confermare”, aggiunge, “ero all’oscuro sia partecipazione del professor Rovelli, che non conosco, sia della successiva modifica di intendimenti. Con il commissario ci siamo solo confrontati su aspetti organizzativi, come la mia idea di affidare l’allestimento del padiglione ai cinque migliori giovani laureati in architettura delle nostre università”.

Adelphi contro Levi: “Autocensura imbarazzante” – Degna di nota è poi la posizione di Adelphi Edizioni, che si dissocia dalla propria associazione di categoria e dal suo presidente: “Apprendiamo che Carlo Rovelli non sarebbe più degno di rappresentare l’Italia, come ospite d’onore, alla Fiera di Francoforte nell’autunno 2024: un evento che si svolgerà fra un anno e mezzo. Il motivo? Ha espresso libere opinioni in una manifestazione pubblica. Ci preme dichiarare che l’autocensura da parte dell’Associazione Italiana Editori – e di chi la rappresenta – è una pratica imbarazzante in ogni Paese che si definisca libero. Un episodio grave e una decisione dalla quale non possiamo che dissociarsi, esprimendo tutta la nostra vicinanza all’autore”, scrivono Teresa Cremisi e Roberto Colajanni, presidente e amministratore delegato della casa editrice.

Anche Feltrinelli contro la censura
Il Gruppo Feltrinelli esprime piena solidarietà a Rovelli, destinatario di una lettera con la quale il Commissario del Governo per la Fiera del libro di Francoforte, Ricardo Franco Levi, gli comunica che la sua presenza alla Buchmesse nell’anno nel quale L’Italia è paese ospite non è più gradita, in quanto potrebbe far ‘rivivere polemiche e attacchì”. Così la casa editrice in una nota. “La lettera -prosegue il Gruppo Feltrinelli- ci appare come una grave limitazione al diritto di scrittori e intellettuali di essere liberi di esprimere il proprio pensiero rappresentando così una democrazia libera e matura come quella italiana. Il Gruppo Feltrinelli auspica che il Commissario Levi ci ripensi e che l’invito a Carlo Rovelli venga confermato”.

Il mondo intellettuale – A fianco del professore e scrittore si schiera anche il mondo intellettuale. A partire da Nicola Lagioia, direttore del Salone del Libro di Torino: “Senza parole, e piena solidarietà a Carlo Rovelli. La si può pensare in modo molto diverso rispetto a lui sulla questione ucraina, ma così dal mondo dell’editoria passa un brutto segnale: se un autore attacca il governo viene fatto fuori“, scrive su Facebook. “Levi toglie la voce a Rovelli parlando di imbarazzo istituzionale. L’imbarazzo lo crea questo esecutivo e non è solo istituzionale: è sociale, costituzionale, morale. La censura di Levi è un punto di non ritorno: legittima la punizione del dissenso su richiesta del potere”, afferma su Twitter la scrittrice Michela Murgia. Per Gad Lerner, la lettera di Levi a Rovelli “è una macchia sulla reputazione della cultura italiana”. La filosofa Donatella Di Cesare esprime “solidarietà a Carlo Rovelli bersaglio del regime postfascista e bellicista di Giorgia Meloni. Schierarsi per la pace vuol dire pagare un prezzo altissimo. Vergogna!”, scrive. Per Francesca Bria, consigliera d’amministrazione della Rai in quota Pd, “Rovelli non rappresenterà l’Italia alla Fiera di Francoforte perché dal palco del primo maggio ha espresso opinioni scomode. L’ho detto in CdA Rai e lo ripeto: serve difendere la libertà intellettuale e una politica culturale critica, antidogmatica, aperta”, aggiunge. Lo scrittore Paolo Nori commenta con i versi del poeta russo futurista Velimir Chlebnikov: “La legge delle altalene prescrive/Che si abbiano scarpe ora larghe, ora strette./Che sia ora notte, ora giorno./E che signori della terra siano ora il rinoceronte, ora l’uomo”.

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