Anche se ancora poco conosciuto, uno dei principali problemi negli allevamenti intensivi di maiali è che tra la gravidanza e l’allattamento le scrofe passano quasi metà della loro vita in una gabbia, una pratica non solo permessa dalla legge ma anche comunemente diffusa nei prodotti a marchio DOP, come il Prosciutto di Parma o San Daniele. Eppure la grande maggioranza degli italiani è contraria a questa pratica ed è disposta a pagare di più per sostenere la dismissione delle gabbie.

Da un sondaggio condotto da YouGov per Essere Animali su un campione di 1100 rispondenti rappresentativi della popolazione nazionale, infatti, emerge in maniera chiara che quasi il 65% delle persone considera inaccettabile l’utilizzo delle gabbie per le scrofe, in tutti i prodotti o come minimo in quelli DOP, che solo circa il 9% è favorevole a questo sistema e che più dell’80% di chi ha espresso un’opinione è disposto a pagare qualcosa in più per prodotti non in gabbia. Ma qual è il punto di vista di quel restante 26% che dichiara di non sentirsi pronto a esprimere un’opinione?

Per valutare se il livello di consapevolezza sull’argomento potesse incidere sulla predisposizione delle persone, il campione è stato diviso a metà, mostrando solo a un gruppo delle foto di scrofe in gabbia e non in gabbia. I risultati sono stati illuminanti: nel gruppo che ha visto le foto aumentano le persone che considerano le gabbie inaccettabili (74% vs 64%) e, soprattutto, diminuiscono quelle che non sanno rispondere (18% vs 26%). Un effetto che si nota anche sulla disponibilità a pagare per prodotti non in gabbia: nel gruppo che ha visto le foto il 63% è disposto a pagare almeno il 30% in più (rispetto al 57% di chi non le ha viste) e quasi una persona su tre è disposta a pagare oltre il 60% in più (32% vs 23%) – i dati raccolti dagli intervistati fanno riferimento a quanti euro in più sarebbero disposti a pagare rispetto al prezzo medio stimato di 3 € per una porzione di carne di maiale di 300 grammi.

Le prospettive per il futuro appaiono, quindi, piuttosto positive: gli italiani sono contrari alle gabbie e, se correttamente informati, sono più motivati ad assumere questa posizione e a pagare di più per prodotti con standard più elevati di benessere animale.

Tuttavia, anche se disposti a supportare il cambiamento, il peso economico della transizione non può pesare interamente sui consumatori ed è solo con investimenti strutturali e su larga scala che è possibile garantire una vita migliore a scrofe e suini, una parte ormai integrante dell’idea di qualità dei prodotti alimentari.

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