Dopo quasi un’ora e mezza di vertice tra la presidente del Consiglio Giorgia Meloni e la delegazione M5s, con in testa il presidente Giuseppe Conte, restano profonde distanze sul tema delle riforme istituzionali.
“Da questo primo incontro non è arrivata una condivisione: siamo per soluzioni sensate e anche a un rafforzamento dei poteri del premier, ma in un quadro equilibrato, che non mortifichi il modello parlamentare che è molto utile per l’inclusività e favorisce la soluzione dei conflitti. E ci sta molto a cuore la funzione del Presidente della Repubblica che è di garanzia e serve alla coesione nazionale, ha un ruolo chiave”, ha rivendicato lo stesso leader del M5s, al termine del confronto. Tradotto, ha precisato, “è stato condivisa la diagnosi, ma non le soluzioni”.
Con un avvertimento rivolto dal M5s a Palazzo Chigi, dopo le parole della stessa Meloni e del ministro per gli Affari regionali e le Autonomie, Roberto Calderoli, sulla volontà di andare avanti comunque, al di là delle opposizioni: “Abbiamo invitato il presidente Meloni a mantenere una interlocuzione perché a colpi di maggioranza una ambizione di ridefinire in modo rivoluzionario l’assetto costituzionale non è assolutamente raccomandabile”.
Conte ha precisato come il M5s abbia presentato undici proposte, “compresa quella per evitare i cambi di casacca”. Per poi concludere: “Ci sembra una contraddizione perseguire un progetto di autonomia differenziata spinta, e nello stesso tempo mirare a rafforzare le prerogative e i poteri dell’autorità centrale”.
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