Si intensifica il pressing sull’Italia per la ratifica della riforma del Mes (meccanismo europeo di stabilità), il cosiddetto fondo salva stati che entra in funzione quando un paese europeo non riesce più a finanziari normalmente sui mercati. L’Italia è l’unico paese che non ha ancora accettato la versione potenziata dello strumento, adducendo timori che possa accrescere il rischio di commissariamenti in situazioni di gravi difficoltà finanziarie. Oggi il tema è stato discusso nel corso dell’incontro informale dell’Eurogruppo, il vertice a cui partecipano i ministri economici dei paesi aderenti all’euro. “È molto importante sottolineare che, pur rispettando pienamente la decisione che l’Italia potrebbe prendere di non accedere mai alla capacità che verrebbe creata dalla ratifica del Mes, abbiamo bisogno che venga ratificato in modo che altri Paesi possano accedervi in caso di necessità”, ha detto il presidente dell’Eurogruppo Paschal Donohoe al termine dell’incontro. Sulla mancata ratifica arriva anche il nuovo richiamo della Banca centrale europea.

“Penso che sarebbe positiva perché avere un backstop (la rete di protezione, ndr) in caso di difficoltà sarebbe effettivamente utile a tutti i membri che hanno ratificato”, ha detto la presidente della Bce Christine Lagarde, interpellata in particolare sulla ratifica ancora mancante da parte dell’Italia. Sul meccanismo europeo di stabilità “non voglio interferire con le decisioni del Governo e del Parlamento italiano. Voglio solo sottolineare che il backstop del Mes offre tutele eque ed efficienti per tutti i membri”, afferma diplomaticamente il ministro delle Finanze francese Bruno Le Maire .

“Vorrei sottolineare che abbiamo un problema di tempistica, in quanto gli attuali accordi bilaterali di backstop scadranno entro la fine di quest’anno, quindi è fondamentale che l’entrata in vigore del trattato Mes modificato con questo backstop avvenga entro la fine dell’anno”, ha spiegato il direttore del Meccanismo europeo di stabilità Pierre Gramegna. Nei contatti con l’Italia ci assicureremo “di poter spiegare meglio lo scopo di questo backstop (rete di protezione, ndr) del Mes che è chiave alla luce delle turbolenze finanziarie che abbiamo visto”, ha aggiunto. Si tratterà “magari solo di dirlo in modo diverso, essenzialmente significa che raddoppiamo la potenza di fuoco che abbiamo per proteggerci dalle turbolenze finanziarie”, ha poi concluso Gramegna . “Bisogna approfondire, lo faremo. Una cosa per volta”, replica a distanza ministro dell’Economia Giancarlo Giorgetti.

Ieri la presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha definito quella della mancata ratifica “una micro-questione”. “Non si può parlare di una cosa e non del quadro complessivo, cioè quali sono le regole della governance europea? Credo che si debba partire dall’inizio non dalla fine, sapete come la penso in tema di Mes e non ho cambiato idea e soprattutto mi sembra che sia una micro-questione nel tema complessivo che stiamo trattando”, ha spiegato la capa del governo aggiungendo che sul Mes “io voglio aprire un’altra discussione, sto aprendo un’altra discussione“.

“Questo Governo va avanti a tentoni tra propaganda, incompetenza ed approssimazione e rischia di far andare a picco l’intero Paese. L’Italia ha già sottoscritto da tempo con i partner europei l’accordo di riforma del Trattato Mes. Siamo l’unico Paese, però, a non averlo ancora ratificato. L’atteggiamento dilatorio del Governo e della maggioranza non è più tollerabile”, così Piero De Luca, capogruppo del PD in commissione Politiche Ue della Camera.

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Ratifica del Mes, il ministro Giorgetti: “E’ una parte, anche noi abbiamo richieste. Ad esempio l’Unione bancaria”

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